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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Servono più alloggi universitari: in 600 restano fuori. "Alcune studentesse con problemi economici costrette a dormire in auto"

La manifestazione “Studenti senza casa” organizzata dalla Sinistra Universitaria - UDU Perugia, per protestare contro la grave crisi abitativa che sta affrontando la comunità studentesca dell‘università di Perugia

Servono più alloggi pubblici per gli studenti universitari a Perugia. Molti idonei nelle graduatorie dell'Adisu restano al momento fuori. Affittare una camera privata, anche doppia, incomincia ad essere un problema per le famiglie alle prese con la crisi post-covid e quella del caro-energia. La protesta è stata portata avanti dal sindacato degli studenti di sinistra, Udu, che ha manifestato davanti ai palazzi regionali per ribadire il momento difficile per gli studenti senza case idonee. 

“Sono state pubblicate le graduatorie dell’ADiSU: più di 600 studenti non avranno il posto letto gratuito offerto dall’Agenzia" ha affermato Margherita Esposito, Coordinatrice della Sinistra Universitaria - UDU Perugia "Questo significa che il diritto alla casa degli studenti stavantaggati non sarà garantito. Tutto ciò si inserisce in un contesto di grave crisi abitativa: sono tantissimi gli studenti fuorisede che non riescono a travare una stanza a Perugia, e se la trovano la pagano a un prezzo altissimo. Inoltre, in questi giorni gli uffici e il sistema informatico dell’ADiSU hanno commesso numerosi errori, paralizzando l’intero sistema del diritto allo studio. Nonostante le nostre continue segnalazioni, abbiamo ricevuto un trattamento di indifferenza e ostilità da parte di alcuni responsabili dell’Agenzia".

L'Udu dnuncia anche casi drammatici: "alcune studentesse con problemi economici sono state costrette a dormire in macchina perché non hanno ricevuto l’alloggio, e nel frattempo non riescono a trovare un’altra sistemazione. Monteremo alcune tende durante la manifestazione e questa notte come gesto di solidarietà e di protesta dormiremo in auto, come quelle studentesse. Vogliamo lanciare un segnale fortissimo alla Regione: devono capire che ci hanno lasciati per strada, letteralmente”.

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