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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Fiumi mezzi vuoti e falde ai minimi, ma nessuno ne parla. Gli agricoltori sulle barricate: "Serve un piano straordinario: ecco le proposte"

"Il bene acqua” è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza dell’ambiente e la competitività dell’intero made in Umbria agroalimentare".

Oltre ai costi dell'energia, alle stelle, l'agricoltura dell'Umbria deve fronteggiare un'altra grave crisi quella dei cambiamenti climatici che nei nostri territori si sta facendo sentire maggiormente rispetto al resto del Paese. Coldiretti ha lanciato un allarme importante: negli ultimi mesi a causa della scarsità di precipitazioni la carenza idrica si è ulteriormente aggravata. E siamo ancora inverno. Una fame d'acqua che rischia di far alzare i prezzi dei prodotti agricoli e addirittura, insieme al caro-bollette, determinare la chiusura nel giro di due anni di oltre il 30 per cento delle aziende. "Diamo voce alla preoccupazione degli agricoltori per una situazione che anche in Umbria, già incide negativamente sulle attività in campagna, sulla programmazione dei lavori, minacciando le produzioni. Nonostante gli sforzi delle imprese agricole per contrastare le anomalie climatiche ormai sempre più evidenti e l’impegno negli anni per promuovere l’uso razionale dell’acqua anche con tecniche a basso consumo non è più possibile affrontare questa problematica in un’ottica di emergenza".

Anche dagli agricoltori un appello alle istituzioni per l'emergenza siccità con tanto di tavoli per studiare le soluzione da prendere: accanto alla preziosa opera di interventi di manutenzione e ammodernamento, risparmio e recupero delle acque, portata avanti dai Consorzi di Bonifica, occorre - hanno spiegato Coldiretti - potenziare la rete di invasi sui territori, a cominciare dalle grandi opere, ma anche realizzare impianti integrati con l’ambiente per il deposito dell’acqua, come ad esempio i laghetti aziendali o collinari, per raccoglierla e renderla disponibile nei momenti di difficoltà. "Si tratta di una nuova sfida pure per le imprese agricole che devono interpretare le novità climatiche e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Ma non va dimenticato che “il bene acqua” è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza dell’ambiente e la competitività dell’intero made in Umbria agroalimentare".

"A livello nazionale - ha ricordato Coldiretti - mancano all’appello quasi 5 miliardi di metri cubi di pioggia rispetto al quantitativo medio. Una tendenza alla tropicalizzazione e al moltiplicarsi di eventi estremi, pure siccitosi, che ha fatto perdere - conclude Coldiretti - oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne".

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