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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Niente fase 2 dal 4 maggio per gli artigiani-restauratori: sono stati inseriti nella categoria creativi-intrattenimento

Artigiani per eccellenza, con tanto di studi alle spalle, da sempre in prima linea per il settore turismo e bellezza non possono tornare al lavoro. La denuncia di Confartigianato

Tra le molte categorie insorte contro il piano economico e anche l'ultimo decreto della Fase 2 varato dal presidente Conte se ne aggiunge, dall'Umbria ma come nel resto d'italia, anche quella dei restauratori di beni artistici e di pregio. Stiamo parlando di oltre 100 imprese per oltre 250 tra dipendenti e artigiani. Loro non sanno quando e come potranno riaprire. La fase 2 per loro non comincia certamente dal 4 maggio nonostante abbiano regole, proprio per la tutela dei beni e dei materiali trattati, estremamente rigorose e certamente non all'insegna degli assembramenti sui luoghi di lavoro. 

Ma per il Governo e la sua nutrita comunità di super-esperti questa categoria è inserita nelle fascia attività artistiche, di intrattenimento e creative. Insomma un po' artisti, un po' animatori e un po' attori. Loro che di fatto sono artigiani di eccellenza, con studi alle spalle da paura e tanta cultura per il bello. Da qui l'indignazione della categoria verso il Governo. In vista dell’avvio della cosiddetta Fase 2, Confartigianato Imprese Perugia lancia l’allarme per l’incomprensibile blocco dell’attività per le imprese del restauro.

“Parliamo di Lavoratori fermi oramai da due mesi e senza alcuna prospettiva di ripresa della loro delicata funzione di restauro dei beni culturali, tra gli asset del Pil del turismo culturale e dell’economia turistica della nostra regione" ha tuonato il segretario Stelvio Gauzzi di Confartigianato "Le imprese del restauro operando prevalentemente in laboratori già disciplinati da norme molto stringenti sulla sicurezza sui luoghi di lavoro o in spazi aperti, lavorano già in condizioni di sicurezza e si adeguerebbero comunque alle ulteriori indicazioni emanate dal Governo”.

Bisogna dunque cancellare questa categoria dall'incredibile codice ATECO 90.03.02 - “attività creative, artistiche e di intrattenimento” e inserirli nella giusta categoria (nel codice ATECO 74) relativo ad “altre attività professionali, scientifiche e tecniche (74.9)”. In quest’ultimo caso anche le imprese di restauro sarebbero considerate tra quelle inserite nell’elenco delle riaperture previste per il 4 maggio.

“Confartigianato Imprese - conclude Stelvio Gauzzi -  confida in una pronta risoluzione della questione da parte del Governo, di concerto con il Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo, per evitare la dispersione di maestranze e la chiusura di imprese strategiche per la tutela e la conservazione del nostro enorme patrimonio culturale”. 

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