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La mannaia di Poste Italiane cala senza pietà sull'Umbria: marcia funebre per 11 uffici

Niente trattativa o accordo con la Regione: il piano di razionalizzazione prosegue inalterato. Palazzo Donini su tutte le furie

Mannaia. Senza pietà. Per undici uffici postali di Perugia e dell’Umbria suona la marcia funebre. Il miracolo, alla Regione Umbria, stavolta non è riuscito. E, a quanto pare, neanche una mediazione. Sbam. E la mannaia cala.

“Siamo estremamente delusi dall’atteggiamento e dalla risposta di Poste Italiane, pervenutaci ieri pomeriggio, che in pratica ha confermato per intero il proprio piano di riorganizzazione  ignorando completamente il nostro report e le motivazioni che avevamo presentato in accordo con Anci Umbria e soprattutto le alternative che insieme ai comuni avevamo costruito per rendere accettabile il Piano”. L’assessore regionale Antonio Bartolini commenta così, nel corso di una conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche il sindaco di Montecchio, Federico Gori, in rappresentanza di Anci Umbria, che si è tenuta questa mattina, venerdì 7 agosto, nella Sala Fiume di Palazzo Donini, la lettera, che è pervenuta ieri sera, giovedì 6 agosto, alla Regione ed ad Anci Umbria, con cui Poste Italiane fa seguito all’incontro svoltosi la scorsa settimana a Firenze e, “dopo verifica delle situazioni rappresentate - scrive il responsabile per Umbria e Toscana, Michele Deiana - Poste Italiane ribadisce che le istanze, che Anci e Regione Umbria avevano precedentemente raccolto dai singoli comuni, sono state adeguatamente ed oggettivamente verificate, con la determinazione finale di accogliere 4 eccezioni rispetto ai 15 interventi previsti inizialmente dal Piano presentato ad Agcom per il 2014. E’ stato inoltre confermato che il Piano nella sua specifica applicazione rispetta i parametri previsti dal Decreto Ministeriale del 7 Ottobre 2008 e dalla successiva Delibera AGCOM, sicché, a fronte dell’accertato equilibrio economico del servizio postale universale, si è concretizzata l’esigenza di riallineare l’offerta dei servizi alla effettiva domanda dei cittadini”.
 

Saranno così colpiti dalla riorganizzazione gli Uffici postali di Castel Ritaldi, Annifo, Capodacqua, Perugia-Piazza Partigiani, Sant’Egidio, Villastrada e Collazzone in provincia di Perugia e Collestatte, Sugano, Capitone e Melezzole in provincia di Terni.

“Poste Italiane – ha affermato l’assessore Bartolini – chiaramente sta interpretando in maniera molto strumentale i provvedimenti ministeriali e dell’Agcom che disciplinano la materia. E lo fa senza tener conto che i parametri della dislocazione territoriale, dell’assenza di servizio di trasporto pubblico e dell’età anagrafica della popolazione, sono stati invece ritenuti validi da numerose sentenze a favore dei Comuni ricorrenti, emesse in questi ultimi tempi e lo stesso Consiglio di Stato, appena tre mesi fa, ha riconosciuto la validità di questi criteri. Non si è tenuto conto nemmeno della disponibilità espressa da alcuni Comuni di mettere a disposizione gratuitamente spazi di proprietà per l’ubicazione e dunque il mantenimento dell’ufficio postale”.

“Ci sembra insomma una vera e propria forzatura quella che Poste Italiane intende mettere in atto dal prossimo 7 settembre - ha concluso l’assessore Bartolini. Forzatura che inevitabilmente produrrà disagi alle popolazioni interessate. Per questi motivi, la Regione continuerà la sua azione al fianco degli Enti Locali, Anci e singoli Comuni, che hanno già preannunciato ricorsi al Tar dell’Umbria per bloccare la riorganizzazione così come è stata proposta. Come Regione stiamo anche verificando i rapporti esistenti con Poste Italiane, di cui siamo un ‘cliente importante’, per valutare quali ulteriori azioni possiamo mettere in campo”.

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