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Dossier Extravergine, i dati del Ministero: Umbria produzione record, ma è più quello straniero che umbro

Impressionanti le tonnellate prodotte con olive dell'Unione Europea ed Extra Ue. Occhio dunque all'etichetta e al costo. Tutti i dati regione per regione

Diciamoci la verità, l'umbro, medio, va orgoglioso di tre cose: tutti i tipi di insaccati, la torta al testo (o crescia in altri luoghi extra Perugia) e l'olio bono. E forse l'extra vergine d'oliva è uno dei prodotti che da sempre ci danno lustro, ancor prima che dagli anni '70, grazie ai bianchi orvietani e rossi di Torgiano, prendesse il via anche la produzione di vini di qualità. Chi può, ancora oggi, acquista terreni per piantare olivi. Chi è più fortunato li ha ereditati dal nonno, dal padre. E così nasce anche una produzione propria, magari di poche decine di chili, ma che è l'orgoglio di casa. Quel verde intenso con quel sapore pungente sul pane sciapo (rigorosamente) è un dono da far assaggiare a pochi amici che ben selezionati hanno accesso alle nostre abitazioni. 

Ma l'olio umbro aprezzato in tutto il mondo è quello soprattutto dei medi e grandi marchi regionali - non facciamo nomi per non fare pubblicità - non certo le produzioni di nicchia che comunque fanno grande lo slow food italiano. E ne produciamo tanto di olio: infatti siamo la quarta regione del Paese, dietro soltanto a Puglia, Toscana, Calabria e davanti alla Sicilia e alla Liguria. Però c'è da dividere tutta questa produzione. Perchè il Ministero, con una sua tabella, aggiornata al 2018, ci svela un paio di cosette che il consumatore locale e quello nazionale ha il diritto di conoscere. 

Più che produtori di olio, siamo grande importatori. La verità è che solo il 20 per cento di quello lavorato da noi è realmente olio umbro. Non ci credete? Ecco i dati che il presidente della commissione agricoltura della Camera dei Deputato, Filippo Gallinella, umbro, ha diramato. La produzione umbra/italiana è di 2.681mila tonnellate, quella con olive dell'Unione Europea ed i 5.226 tonnellate (Spagna, Grecia e altri Paesi), addirittura quella di provenienza extra Unione Europea è la più alta in Italia 2.076 mila tonnellate. Siamo la regione che più attinge dall'estero: basti pensare che al secondo posto c'è la Toscana con appena 628 tonnellate e regioni come le Marche, il Veneto e la Basilicata non importano nulla. 

Ma c'è di più l'Umbria è al secondo posto per il blend - una miscela di extravergine proveniente da diversi territori e da diverse tipologie di olivi - con una produzione 1.439 mila tonnellate contro le oltre 2mila tonnellate della Toscana. In totale da noi passano al mercato oltre 11 mila tonnellate. Facendo due conti: in Umbria c'è più olio straniero che locale. Tradotto: quando scegliete un extravergine umbro guardate bene l'etichetta e il prezzo: sotto i 13-15 euro al chilo scatta il campanello d'allarme. Questo non vuol dire che i blend o le lavorazioni con frutti esteri siano da buttare...anzi. Ma non sono umbri puri. Il nostro dovere e informazione i consumatori e analizzare i dati. La qualità e le stellette le danno gli esperti.  

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