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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Umbria Mobilità, Moriconi: "Valutiamo ipotesi di chiudere servizi su Roma"

Confronto tra Provincia e Cda di Umbria Tpl, con il presidente Moriconi che annuncia la possibilità di chiudere i servizi a Roma, se la situazione dovesse restare immutata

Faccia a faccia tra le Commissioni Provinciali permanenti I,II e III e il C.D.A. di Umbria T.P.L. Presenti all’incontro il Presidente dell’azienda Giovanni Moriconi, il Direttore Generale Paolo Paduano e i membri del Cda Piero Sunzini e Riccardo Petroni.

Il presidente della I Commissione Massimiliano Capitani ha aperto i lavori delineando i punti salienti da approfondire nel corso dell’audizione, chiedendo delucidazioni sulla situazione economico finanziaria dell’azienda relativamente ai servizi regionali ed extra regionali.

“Nel 2010 – spiega Moriconi -  si è costituita Umbria TPL società derivante dalla fusione di 4 aziende (Apm, Spoletina Trasporti, FCU e ….) con 1500 addetti. Umbria TPL possiede il 33% di Roma TPL e gestisce con personale della società circa 5 milioni di chilometri nella capitale.

I crediti vantati da Roma. Dal sistema romano l’azienda vanta crediti per circa 49 milioni di euro legati essenzialmente a due partite: una relativa al lodo Tevere Tpl e l’altra relativa al rinnovo dei contratti di lavoro. Ed è questo che ha determinato i problemi di questo periodo.

L'ipotesi di chiudere i servizi romani. Quindi-continua il presidente Moriconi- se le cose non dovessero cambiare, stiamo valutando di sospendere il servizio nella capitale dal primo gennaio prossimo. Dobbiamo infatti raggiungere un nuovo equilibrio di bilancio (oggi lo squilibrio è di circa 8,5 milioni l’anno) bloccando, in primis, le perdite del bacino di Roma. Saremo così in grado di risanare gradualmente i nostri conti e ritornare ad una situazione di normale liquidità”.

Questo ha animato la discussione in Provincia e ad aprire il dibattito ci ha pensato il Capogruppo del PD Giampiero Rasimeli “serve tracciare un piano industriale serio e condiviso e capire cosa fare da gennaio 2013 in poi per garantire gli equilibri di bilancio. Oggi non riesco a pensare che quanto scoperto ora non si conoscesse fina dalla costituzione dell’azienda Unica. La difficoltà romana non è stata evidentemente valutata in maniera corretta”.

Piero Sorcini e Bruno Biagiotti (Pdl), invece, hanno spiegato che “il centro destra è sempre stato per l’azienda unica ma strutturata in maniera diversa. Serve un nuovo piano industriale che qualora le cose non andassero nella direzione positiva prospettata dal management dell’azienda sia in grado comunque di portare fuori dalle sabbie mobili Umbria Tpl”.

No ai privati.“Mi opporrò fortemente – ha affermato Luca Baldelli (Rifondazione Comunista) -a qualunque tentativo di far entrare privati all’interno dell’azienda o una esternalizzazione dei servizi. Serve solo una ricapitalizzazione di tutti i soci dell’azienda”.

Mentre Enrico Bastioli (Socialisti Italiani) ha sottolineato la necessità di un piano industriale serio mentre Franco Granocchia ha ribadito che serve un piano regionale dei trasporti chiaro e definito.

”È necessario reperire quanto prima – ha affermato l’assessore Ornella Bellini - una parte delle spettanze dal contenzioso romano evitando le vie legali che produrrebbero riposte in tempi biblico. Il Problema romano non può ricadere sul sistema umbro”.

“Il trasporto pubblico locale – ha affermato l’assessore Luciano Della vecchia - è un servizio fondamentale che non può chiudere in pareggio con le sole entrate ordinarie. La scelta della costituzione di Umbria Tpl come società capace di andare sul mercato è stata fatta per garantire servizi di qualità sul territorio”.

 

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