Umbria Mobilità, Sel si smarca dal centrosinistra: "State affossando il trasporto pubblico"
Duro comunicato di Sinistra Ecologia e Libertà sulla situazione di Umbria Mobilità, azienda di trasporto pubblico che rischia lo scorporo e tagli orizzontali che non faranno altro che abbassare il livello dei servizi
Se la situazione non è delle migliori, nuove tariffe, aumenti e tagli ai servizi, anche la discussione sul fallimento politico ed economico di Umbria Mobilità, assume aspetti surreali. E allora c'è chi come Sinistra Ecologia e Libertà cerca di mettere in evidenza quelle che sono le responsabilità di tale situazione. "E’ ridicolo vedere assessori di enti che detengono la maggioranza azionaria dell’azienda 'tuonare' contro i dirigenti della stessa. - scrive il segretario regionale dell'Umbria Gigi Bori - Ma chi ce l’ha messi se non le Giunte di Regione, Provincia e Comune di Perugia e in questo senso ha ragione chi dice che una discussione sulle responsabilità dovrà pure essere aperta".
Il comunicato di Sel è duro e senza tanti peli sulla lingua cerca di dare luce alle responsabilità e a quelli che secondo il partito: "in questi ultimi anni hanno decretato il disastro, che poi sono gli stessi che in questi giorni si fanno belli per fare sapere al mondo quanto sono stati bravi a trovare le soluzioni atte a scongiurare l’irreparabile per il servizio di trasporto e le 1500 famiglie dei dipendenti di quella che era una delle più grandi aziende della Regione".
E' la gestione e la responsabilità del management la vera chiave, la realtà infatti è leggermente diversa da come la politica ha cercato di descriverla, per Sel ci sono "decine di manager, dirigenti, assessori pagati centinaia di migliaia di euro hanno infatti partorito il classico topolino", con idee e soluzioni ritenute dal partito di sinistra inutili e tanto meno lungimiranti: l'aumento dei biglietti del 30%, ritoccare gli abbonamenti, innalzare cospicuamente il costo a km., porteranno gli enti locali all'aumento dei contratti, e diminuire drasticamente i servizi.
Importante sarà la trasparenza perché come specificato da Sel nel comunicato, saranno i cittadini che pagheranno tre volte: "pagheranno direttamente l’aumento delle tariffe, pagheranno indirettamente l'incremento dei contatti di servizio che ricadranno sulla fiscalità generale degli enti locali e pagheranno, sulla loro pelle la diminuzione delle corse e della possibilità di muoversi nelle città e nel territorio. Oltre a quello che si riverserà sui dipendenti con il rischio di vedere messi in discussione i diritti acquisiti. Quei diritti che i recenti accordi sindacali non hanno completamente e definitivamente messo al sicuro. Questo mix formato da maggiori entrate a carico dell’utenza e minori servizi a disposizione dell’utenza, assomiglia tanto alle politiche recessive dei governi liberisti.
Per Sel è tutto il territorio regionale ad essere interessato da questa tendenza liberista, che porterà alla vendita ad esterni della futura new company, fatto questo che rappresenta un nuovo colpo al prestigio dell’Umbria. La nostra Regione poi non ha più un tessuto industriale degno di questo nome, e, con la perdita di Umbria Tpl, rischia di non avere più nemmeno aziende pubbliche degne di questo nome. La Gesenu e la Sipa sono già da tempo a capitale privato, la Vus sta cercando soci privati per alcuni comparti e Umbria tpl 2 diventerà o delle ferrovie dello Stato o dei francesi. Il quadro disegnato da Sel non è molto dissimile alla realtà, e se la politica e il management non riesce a prendersi le responsabilità della questione il problema verrà risolto senza una concreta soluzione.