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Niente cassa-integrazione per il 50% degli umbri in crisi? Lo spettro dei licenziamenti

Il 2014 potrebbe essere nero e poverissimo per migliaia di lavoratori umbri che rischiano di non poter accedere né all'assegno della cassa-integrazione né i contratti di solidarietà. Ipotesi di nuovi licenziamenti

Il nuovo fondo per la cassa-integrazione in deroga per l'Umbria potrebbe bastare soltanto alla metà esatta delle aziende che hanno fatto rischiesta. Questo vuol dire migliaia di lavoratori rischiano di non avere neanche quei 700 euro al mese per i primi sei mesi dell'anno. La crisi riguarda altre 2mila aziende di casa nostra che hanno optato per questo strumento per cercare di superare il periodo di magra e rilanciare quanto prima la produzione o i servizi. 

L'analisi porta la firma della dirigente dalla Cgil Giuliana Ranelli che sta studiando i numeri e le dichiarazioni del Ministro Poletti che ha ammesso che manca un miliardo di euro a livello nazionale per la cassa integrazione in deroga. 
 
"Già nel mese di gennaio - ha scritto Giuliana Renelli - con l’arrivo della prima tranche di finanziamento, che per l’Umbria ammontava a 7.361.760, la CGIL lanciava l’allarme circa l’esiguità delle risorse, anche in considerazione del fatto che mancavano ancora da coprire gli ultimi due mesi del 2013.Ora la situazione è diventata esplosiva, visto che quel finanziamento, dopo aver soddisfatto le richieste del 2013, non è minimamente sufficiente a coprire le oltre 2000 richieste che le aziende umbre hanno avanzato in questi primi mesi del 2014, il rischio infatti è che solo poco più della metà vengano coperte".

Gravità su gravità , c’è da sottolineare che l’unico strumento in grado di ammorbidire il ricorso alla cassa in deroga e cioè i contratti di solidarietà ex 236/93 hanno ormai esaurito il finanziamento che nella legge di stabilità 2014 si è fermato a 40 milioni (erano 57,5 milioni nel 2013).

"A tutto ciò aggiungiamo - continua la Renelli - che il 31 marzo scadrà la proroga dell’accordo 2013 e non sappiamo ancora cosa accadrà, siamo davanti ad una vera emergenza. Aziende e lavoratori ci chiedono come procedere: cosa rispondiamo? Ma soprattutto  cosa risponde il governo?  La CGIL chiede da tempo una riforma degli ammortizzatori che sia più inclusiva e dia  le stesse risposte a tutte le aziende, a prescindere dalla loro grandezza, ma fino a quel momento l’unica possibilità per salvare le tante realtà produttive resta il ricorso agli ammortizzatori in deroga, che diventano pertanto indispensabili".

La CGIL Umbria ha chiesto al governo risposte chiare e certe nel rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga e alla Regione Umbria di dare quanto prima comunicazioni sulla prosecuzione dell’accordo, per evitare che le tante aziende nel pieno della crisi procedano a nuovi e pesanti licenziamenti che andrebbero a sommarsi a quelli già operati nel periodo precedente, portando il tasso di disoccupazione in regione oltre l’11% circa 6 punti in più rispetto all'inizio della crisi.

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