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IL NOSTRO FUTURO/2 - Gli effetti del Pnrr, fondi Ue e Piano Energetico, le vie all'occupazione: ecco quanti posti in più in 4 anni

Lavoro, ma come si crea? Come si alimenta? Sfruttando tre opportunità su cui la Giunta regionale punta tutto ed ha chiuso importanti accordi...

Lavoro, lavoro, lavoro. E' questa la chiave di tutto: per evitare lo spopolamento e attrarre manodopera straniera e lavoratori da fuori-regione; per produrre ricchezza e migliorare la qualità della vita degli umbri; per rilanciare l'autonomia di una Regione, di piccole dimensioni come l'Umbria, per evitare la chiusura di servizi essenziali e dipendere da realtà maggiori del Centro Italia. Lavoro, ma come si crea? Come si alimenta? Sfruttando tre opportunità su cui la Giunta regionale punta tutto ed ha chiuso importanti accordi: l'approvazione di progetti del Pnrr per un valore di 1,7 miliardi, il piano investimento regionale - incentivi digitale, formazione professionale concordata con le esigenze delle imprese, crescita dimensionale delle aziende, processo di sviluppo e vetrina del made in Umbria nel mondo, sostenibilità energetica -, piano energetico regionale - meno regole e burocrazia per impianti energetici a disposizione del mondo del lavoro con tanto di accumuli di energia - e infine il rapporto Umbria-Ue per fondi mirati per i territori. Una strategia complessa, approvata da associazioni di categorie e industriali, per il medio-periodo, per un Umbria 2030.

Tutte misure che vanno a combattere - si spera con successo - le cause che ad oggi hanno portato ad un calo dell'occupazione dopo un periodo di crescita sopra la media nazionale. "Sul fronte lavorativo - si legge nella relazione Aur - dopo un 2021 particolarmente performante con una occupazione in ripresa molto più sostenuta che in Italia e disoccupati in calo, in controtendenza rispetto al resto del Paese, già dal primo trimestre del 2022 il mercato mostra una flessione degli occupati e un rialzo dei disoccupati" a causa del caro-energia che ha bloccato investimenti e ridotto liquidità per via di bollette mostruose.

IL LAVORO CHE VERRA' - “Nel 2023 - spiega l’amministratore unico di Aur, Alessandro Campi, nel giorno della presentazione della relazione di Aur - si apre una partita decisamente nuova ed è su questo che abbiamo voluto focalizzare l’attenzione, compiendo un salto di qualità nel nostro lavoro. I nostri ricercatori hanno infatti operato una simulazione delle ricadute degli 1,7 miliardi di euro del Piano di ripresa e resilienza assegnati all’Umbria. È la novità di questa relazione, che fa capire lo straordinario effetto moltiplicatore che avranno queste risorse se spese tutte e bene. Si prevede – ha spiegato – un aumento del livello occupazionale di circa 5mila unità per ogni anno dal 2023 al 2026, senza contare gli effetti indotti derivanti dal potenziamento delle infrastrutture, sul fronte energetico, ambientale, sul rafforzamento delle strutture sanitarie e così via, per lo sviluppo del territorio e il benessere della collettività”. L'ipotesi dunque è di 20mila posti in più che riguardano soprattutto i giovani, laureati, ma anche funzionari e manodopera specializzata e ri-formata. Non è una speranza ma una potenzialità che non può essere perduta per strada o peggio distrutta - per guerre politiche o interessi di lobby -. L'Umbria 2030 viva e un po' più giovane passa per qui. Altra strada non esiste.

PIANO UMBRIA - l’assessore regionale Fioroni, nel corso della presentazione della relazione Aur, si è soffermato sul “tema chiave degli investimenti, un ‘mantra’ di questa amministrazione regionale” e ha ricordato, in particolare, il supporto dato alle imprese “favorendone l’espansione degli investimenti, con 50 milioni di euro, con misure di massa critica per incentivare i processi di innovazione e la sostenibilità energetica. Sono allo studio – ha detto ancora – nuovi strumenti finanziari, per accompagnare la crescita dimensionale delle imprese umbre. Risultati importanti sono stati già conseguiti sul fronte dell’export e sulle politiche attive per il lavoro, su cui continua l’impegno della Regione”.

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