Monitor Intesa Sanpaolo, il made in Umbria "sorpassa" la crisi da Covid: (ri)conquistati i mercati di Russia, Cina, Germania e Corea
Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo: "I nostri territori più virtuosi, come l’Umbria, si trovano all’inizio di una ripresa che è essenziale accelerare data la riapertura dei mercati". L'export umbro verso il boom se ritorneranno nel 2022 gli acquisti da Usa e Giappone
Le esportazioni distrettuali umbre si sono ulteriormente avvicinate ai valori precedenti alla crisi pandemica, tanto che nel confronto tra trimestri i valori del secondo trimestre 2021 sono cresciuti dell’+1% rispetto a quelli del corrispondente periodo del 2019. E’ quanto emerge dal Monitor dei Distretti dell’Umbria, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Nei primi sei mesi del 2021 i distretti umbri hanno realizzato vendite all’estero per 361,2 milioni di euro, con un rimbalzo rispetto al 2020 del +12,8% e un divario rispetto al precrisi pari al -3,3%.
Notizia ancora migliore: due dei tre distretti monitorati hanno già recuperato gli effetti della crisi. Il distretto dell’Olio umbro continua con la crescita già realizzata nel 2020 (+4,1% nel 2020; +3,8% nel primo semestre 2021); la pesante perdita subìta nel mercato americano, che passa dai 19,8 milioni di euro nel primo semestre 2019 agli 8,6 milioni di euro nel 2021, è stata ampiamente compensata dalla crescita nei principali mercati europei: in Francia con +7,2 milioni di euro rispetto al primo semestre 2019; in Spagna (+4,9 milioni di euro rispetto al 2019) e in Svizzera (+1,7 milioni di euro), oltre alla buona dinamica verso la Corea (+2,5 milioni di euro).
Anche il distretto del Mobile dell’Alta Valle del Tevere è riuscito a tornare ai valori pre-pandemia, colmando il divario generato dalla pandemia nel 2020 (+2,1% rispetto al primo semestre 2019; + 27% rispetto al primo semestre 2020): a fronte di un calo importante di esportazioni verso il Regno Unito, complici anche i nuovi dazi in quanto ormai paese extra Ue, che ha visto la perdita di 6 milioni di euro, cioè l’85,1%, il distretto è riuscito a riposizionarsi a favore del mercato tedesco (+2,8 milioni di euro; +45,1%) e a incrementare il proprio posizionamento nel mercato statunitense (+2,6 milioni; +68,7%) che diventa così il terzo mercato di riferimento, guadagnando una posizione rispetto al 2019.
Permane un divario rispetto al precrisi per il distretto più rilevante in termini di esportazioni, Maglieria e abbigliamento di Perugia, particolarmente penalizzato dalla pandemia. Nel periodo gennaio-giugno 2021 ha realizzato 219,8 milioni di euro di esportazioni, un soddisfacente +14,8% rispetto al 2020 ma con un divario rispetto al 2019, pari al -7,3%. Tra le diverse componenti del distretto è significativo evidenziare come il comparto della maglieria abbia già superato i valori del precrisi (+3,6%), mentre il ritardo verso il 2019 è più accentuato per le vendite all’estero di abbigliamento (-11,1%).
I PAESI CHE ACQUISTANO MADE IN UMBRIA
I Paesi verso i quali si è registrata una crescita nei confronti del precrisi sono soprattutto la Federazione Russa (+72,5% rispetto al 2019) e la Cina (+61,2% rispetto al 2019), gli stessi che già nel corso del 2020 avevano mostrato una buona tenuta e avevano incrementato il valore delle esportazioni, con crescite rispettivamente del +26% per la Federazione Russa e del +37,8% per il mercato cinese. Considerando l’andamento dell’export distrettuale umbro nel suo complesso, tra i mercati che hanno già recuperato i valori precrisi si evidenziano la Federazione Russa (+58,4% rispetto al 2019), la Germania (+10,4%), la Cina (+33,3%) e la Repubblica di Corea (+22,8%).
Ancora significativo il divario con le esportazioni del primo semestre 2019 per Stati Uniti (-25,1%), Regno Unito (-51,5%) e Giappone (-27,7%). Grazie alla presenza di condizioni di domanda internazionale favorevoli, le attese per il commercio internazionale restano positive. I punti di attenzione che potrebbero frenare lo slancio della domanda mondiale riguardano i rincari delle commodity, cioè quei beni per cui c'è domanda ma che sono offerti sul mercato senza differenze qualitative e indipendentemente da chi li produce, e le interruzioni nelle forniture; tuttavia la possibile revisione delle catene globali del valore a favore della riallocazione su base continentale delle filiere potrebbe giocare a favore anche dei produttori umbri.
“I nostri territori più virtuosi, come l’Umbria, si trovano all’inizio di una ripresa che è essenziale accelerare - commenta Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo. - Banche, istituzioni e imprese devono sfruttare appieno la ripresa della domanda internazionale e le opportunità del Pnrr, attuando ogni possibile iniziativa per vincere le sfide legate alla fase di straordinaria trasformazione dell’economia che stiamo vivendo a partire dalla transizione digitale, che si è dimostrata indispensabile nello scambio commerciale e nell’evoluzione dei processi produttivi. Il nostro Gruppo ha recentemente lanciato D-Loan, uno strumento per finanziare l’evoluzione digitale delle Pmi nell’ambito del più ampio programma Motore Italia. Vogliamo aumentare significativamente il livello di competitività delle imprese umbre sui mercati interni ed esteri, avvicinandole ad una più ampia selezione di strumenti non solo finanziari, da affiancare al credito tradizionale e in linea con gli obiettivi di transizione del Paese indicati dal Pnrr”.