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Umbria e Sviluppo, nell'enoturismo la concorrenza non si batte solo con il buon vino: servono dei vini unici, con una storia, ovvero dei Super Umbrian

Se la qualità del vino umbro, anno dopo anno, sta crescendo, manca ancora un investimento sulla narrativa di questa crescita e uno storytelling da proporre su vasta scala


In Umbria da sempre sono privilegiate le produzioni di vini di qualità: basti pensare al Montefalco Sagrantino, prodotto fantastico sia assaggiato da solo che come primo approccio per esplorare tutta la gamma dei prodotti della tradizione nostrana, a partire dalla norcineria, altro settore di punta del turismo enogastronico. Andando nel dettaglio, nel 2022 i vini bianchi umbri da tavola (cioè quelli ottenuti dalla vinificazione di uve diverse, senza indicazione di territorio o di annata) hanno avuto una produzione di circa 20mila ettolitri contro i 95mila degli Igp e i 142mila dei Dop i rossi da tavola hanno fatto registrare una produzione di circa 16mila ettolitri contro i 134mila degli Igp e i 120mila dei Dop. Per rendersi conto della strada intrapresa da tempo dalla nostra regione, basta un contronto con la media nazionale: la produzione dei bianchi da tavola ha superato di circa 2mln di ettolitri quella degli Igp.

Altro grande traguardo che testimonia la qualità del vino umbro è il gran numero di riconoscimenti vinti dalle cantine regionali: nel corso del 2022 sono stati 15 – record in assoluto – i vini premiati coi prestigiosi “Tre Bicchieri” della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. Pensare in prospettiva. L’Umbria sta lavorando bene sul fronte del miglioramento continuo della qualità offerta. Ma il miglioramento oggi da solo non basta per imporre al mondo i propri prodotti e di conseguenza per riuscire a consacrarsi come un territorio top del vino. E questo sostanzialmente perché la qualità è di fatto una precondizione necessaria ma non sufficiente per affermarsi appieno.

Serve invece avere quanti più vini di pregio possibili: sono i cosiddetti Fine Wines che portano a fare la differenza. I Fine Wines: caratteristiche e benefici. Per avere un'idea di cosa c'è dietro la locuzione inglese basta dire ce sono vini di pregio che riescono a coinvolgere appieno il consumatore grazie ad un gusto equilibrato ed armonico in grado di perpetuarsi nel tempo, anche se con sfumature diverse; all'esaltazione del territorio (il terroir per gli intenditori) dove vengono prodotti, per valorizzare quel valore aggiunto che lega un vitigno al microclima, alle caratteristiche minerali del suolo in cui è allevato, al fattore umano; alla rarità: si tratta di prodotti in quantità limitata, per cui l’assaggio si trasforma al tempo stesso in un’esperienza esclusiva. Insomma servono dei super vini Umbrian con annatte lasciate ad invecchiare per diventare leggendarie. 

Buttando un'occhio al marketing, Fine Wines hanno tutte le carte in regola per diventare le icone di quella narrazione capace di: tracciare nuovi orizzonti per l’immaginazione collettiva; generare un coinvolgimento legato a fattori emozionali e intangibili; dare visibilità e centralità anche a tutti quei territori vitivinicoli meno noti. Terzo ma non meno importante fattore da considerare è l'incidenza positiva sull’andamento del valore dei vigneti, facendo diventare desiderabile per gli investitori acquisirne la proprietà.

Su cosa bisogna migliorare ancora. Se la qualità del vino umbro, anno dopo anno, sta crescendo, manca ancora un investimento sulla narrativa di questa crescita e uno storytelling da proporre su vasta scala. Il fatto di avere tante cantine piccole – oltre la metà delle circa 1.300 aziende vinificatrici presenti sul territorio produce meno di 100 ettolitri – non aiuta sicuramente non aiuta ma sarebbe invece fondamentale per far conoscere il territorio a livello mondiale. Un buon trampolino di lancio potrebbe essere quello di puntare alla classifica dei top brand di alta gamma elaborato dalla London International Vintners Exchange (Liv-Ex) che ha favorito una vera e propria rivoluzione nel mercato dei fine wines, dando nuova linfa e notorietà, e non solo sul versante del trading.

Per concludere, un'analisi e uno studio delle mutazioni a cui sta andando incontro il settore è di vitale importanza per far conoscere il nostro territorio e attrarre la fetta di turismo interessata al mondo dell'enologia.

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