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Economia

Centinaia di addette alle mense senza lavoro dopo il blocco scuole e la cassa integrazione è cortissima

Scarse anche le prospettive future dopo l’annuncio della ministra dell’Istruzione sulla possibilità di una ripartenza delle scuole con pranzo al sacco e senza mense

Sono centinaia in Umbria le lavoratrici delle mense scolastiche ed universitarie, quasi tutte donne, che svolgono, seppure attraverso il sistema degli appalti, un servizio pubblico essenziale preparando e distribuendo pasti nelle scuole per le bambine, i bambini e gli studenti universitari della nostra regione. Queste lavoratrici sono state fra le prime a fermarsi a causa dell’emergenza Covid-19, subendo la perdita di una parte consistente del proprio salario con 14 settimane di cassa integrazione, comunque insufficienti a coprire il periodo di chiusura delle scuole e delle università.

“Parliamo di lavoratrici con contratti part-time, anche di pochissime ore a settimana e ovviamente non per loro scelta - spiegano in una nota Filcams Cgil di Perugia e Terni insieme alla Fp Cgil Umbria - che ora si ritrovano con contratti di lavoro ‘congelati’ per la chiusura delle scuole e dell’ateneo, senza retribuzione e senza contribuzione”. Per di più, aggiungono dal sindacato, “ad oggi la maggior parte delle lavoratrici è in attesa del pagamento da parte dell’Inps degli ammortizzatori social”. Come se non bastasse, ora si affaccia all’orizzonte lo spettro di un settembre da incubo, dopo l’annuncio della ministra dell’Istruzione sulla possibilità di una ripartenza delle scuole con pranzo al sacco e senza mense. 

Vista questa situazione davvero critica, dalla Cgil arriva una richiesta alle amministrazioni comunali, all’Anci e alla Regione: “Si facciano portavoce presso il Governo affinchè vi siano risposte celeri e concrete per la proroga degli ammortizzatori sociali e al contempo, viste le risorse erogate dal decreto Rilancio nel Fondo per le politiche della famiglia, si spendano per il pieno coinvolgimento occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle mense scolastiche e universitarie nei centri estivi e nei servizi che verranno messi in campo nei prossimi mesi, per consentire così almeno un parziale recupero di reddito”.

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