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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

C'è più fiducia per l'Italia e torna a muoversi anche l'Umbria: aumenta l'occupazione, i settori trainanti, tutti i dati Istat

Il periodo primavera-estate 2018 finalmente in positivo e molto al di sopra della media nazionale. Ma il lavoro in Umbria non è donna...

Nel secondo trimestre del 2018, il mercato del lavoro umbro, invertendo le tendenze del recente passato, fa registrare un segnale decisamente positivo mostrando una crescita rilevante dell’occupazione e una marcata flessione della disoccupazione. Ricordando la dovuta prudenza necessaria nell’utilizzo delle stime trimestrali prodotte dall’ISTAT, in particolare per una regione piccola come l’Umbria, da tali dati emerge infatti che l’occupazione umbra nel secondo trimestre del 2018 è aumentata di 5.000 unità (+1,5%) rispetto allo stesso periodo del 2017 attestandosi a quota 358.000 e la disoccupazione ha fatto registrare una contrazione di ben 6.000 unità scendendo a quota 35.000 (-14,9%), una diminuzione assai più significativa di quella nazionale (-1,2%). Per converso nelle regioni dell’Italia Centrale si registra una crescita della disoccupazione dell’1,4%.

La crescita dell’occupazione è stata prodotta principalmente dal commercio, alberghi bar e ristoranti, dall’agricoltura, dalle costruzioni e in minor misura dai servizi. Diminuisce il numero delle non forze di lavoro – con un tasso di inattività pari al 30% - ed in particolare di coloro che cercano lavoro non attivamente (7.000, - 3.000) e coloro che non cercano lavoro ma si dichiarano disponibili a lavorare (9.000, -9.000) mentre aumenta sensibilmente il numero dei non disponibili a lavorare (145.000, +10.000). Diminuisce pertanto di ben 10.000 unità tra gli inattivi il numero delle “forze di lavoro potenziali” che comunemente viene identificato come la disoccupazione scoraggiata presente nel territorio (ora 20.000); sommando tali soggetti alle persone in cerca di lavoro si ha un numero di lavoratori non occupati e “potenzialmente impiegabili” – target oggetto delle misure di politiche attive del lavoro - pari a 55.000 unità ben 17.000 in meno del corrispondente periodo del 2017, con la loro  incidenza (13,3%) che in un anno è scesa di ben 3,6 punti e risulta nettamente più contenuta della media del Centro (15,7%) e
nazionale (19,8%) ed è di soli 2,3 punti superiore a quella del Nord (11%). La crescita dell’occupazione ha interessato più gli uomini (200.000, +4.000) che le donne (158.000, +2.000) mentre il numero delle persone in cerca di occupazione è diminuito per entrambi in egual misura (gli uomini sono 17.000, -3.000; le donne sono 18.000, -6.000). 

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