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Economia

La piccola Umbria non s'arrende alla tempesta perfetta: boom di export. Bene i distretti Moda, artigianato e olio

Le analisi economiche portano la firma della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo

Mentre ancora in furia la tempesta perfetta - economica e sociale - sospinta dalla pandemia da Coronavirus, tra mille preoccupazioni e attività chiuse, è visibile anche un raggio di sole sbucate dalle nubi. La piccola Umbria ancora una volta riesce a sorprendere in fatto di qualità dei prodotti da esportare nel mondo. Nel terzo trimestre 2020 si registra una crescita dell'8,3% che equivale ad un valore di vendite all’estero nei primi nove mesi di 537 milioni di euro. Uno dei motori di questa avanzata, dopo il lochdown mondiale, è il settore moda e in particolare il distretto di Perugia che tra i distretti italiani che hanno registrato nel terzo trimestre 2020 la crescita dell’export maggiore in valore tra i circa 160 distretti monitorati, con +12,1%.

Le analisi economiche portano la firma della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Un balzo importante - che limita le perdite del passato anno al momento a meno 7.9% - grazie alla fiducia sul made in Umbria di grandi bacini commerciali: in primis quello cinese (+72,9%), poi quello della Federazione Russa (+25,9%) e infine gli Stati Uniti (+8,8). Gli imprenditori umbri sono stati abili nel puntare sui mercati asiatici che sono stati i primi a mettere la testa fuori dalla pandemia. 

Il dato risulta ancora più rilevante visto che il sistema moda ha sofferto maggiorme gli effetti della crisi in corso in seguito alle misure di contenimento, che hanno imposto la chiusura delle realtà produttive nei mesi primaverili per le restrizioni ancora presenti nella componente a valle della distribuzione, per i minori flussi turistici e per la riduzione della propensione al consumo. Nel terzo trimestre il distretto si mostra resiliente sia nella componente della maglieria (+13,2%) sia nel comparto dell’abbigliamento (+10,0%).

Una tenuta delle esportazioni è stata evidenziata anche dal distretto dell’Olio umbro: trainante la crescita delle esportazioni verso la Francia, mercato verso il quale il distretto ha più che raddoppiato il valore di export (+128%), divenuto il primo mercato di sbocco. Bene anche le vendite verso la Federazione Russa (+45,7%) e la Svizzera (+34,8%), mentre frenano le esportazioni negli Stai Uniti (-49,7%).

Segna un rimbalzo importante anche il distretto del Mobile dell’alta valle del Tevere che, pur attestandosi ancora in perdita, contiene il calo al -2,1% dopo il crollo del -28,9% nel secondo trimestre. Tra i mercati di destinazione sostengono le esportazioni del distretto le vendite verso la Germania (+13,2%) e la Svizzera (+18,6%), mentre continuano a diminuire le esportazioni verso Francia (-18,7%) e Regno Unito (-16,6%).

“L’Umbria esprime dei fondamentali solidi, che sono la forza dei nostri distretti industriali.  Sono convinto che la situazione economica potrà recuperare appena si normalizzerà quella sanitaria, grazie al vaccino - ha dichiarato Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo -. Nella prima fase del lockdown abbiamo assicurato alle PMI la necessaria liquidità per resistere all’impatto iniziale, concedendo 7.800 moratorie alle imprese umbre, per un debito residuo pari a 1,2 miliardi di euro, oltre a più di 5.900 finanziamenti per l’emergenza Covid, pari a oltre 500 milioni di euro. In questa seconda fase le aziende si concentrano sulle azioni utili al rilancio, ovvero l’innovazione, l’internazionalizzazione, il rafforzamento del digitale, la svolta green, leve fondamentali per rispondere all’attuale contesto. Noi siamo pronti a fornire il massimo sostegno, non solo finanziario”.

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