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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Umbria, Unioncamere: consumi e alimentari sempre più in basso

La crisi continua a stravolgere l'economia regionale stando ai dati dell'Osservatorio sul secondo trimestre dell'imprenditoria. Ecco la mappa del disastro

Il bicchiere è decisamente mezzo vuoto, ma ci sono piccoli segnali di una ripresa per pensare in futuro di riverderlo almeno parzialmente mezzo pieno. In sintesi è questo lo spirito dei nuovi dati sull'economia dell'Umbria raccolti da Unioncamere anche grazie ad una intervista che ha riguardato ben 600 imprenditori del settore manifatturiero e commerciale di casa nostra. 

L'economia va male ma non peggio della media nazionale. I numeri non sono esaltanti ma presentano piccoli segnali di inversione di tendenza. Soprattutto per quello che riguarda l'export e le aziende che puntano con più decisione sull'innovazione. La dinamica delle imprese (nuove iscrizioni e cessazioni) è più stabile e mostra finalmente segnali positivi, in particolare per la nascita di nuove Società di Capitali (+18% rispetto all'anno precedente). Non solo aziende improvvisate per darsi un lavoro dopo averlo perso come dipendente, ma un numero crescente di attività strutturate e quindi la presenza di imprese vere e proprie affrontano i mercati.
 
A livello quantitativo il confronto con le stesso trimestre del 2011 evidenzia una contrazione complessiva del 5,0% della produzione, del 5,2% del fatturato e del 5,3% degli ordinativi. Sul fronte dell’export gli imprenditori intervistati, pur facendo registrare un calo dello 0,8% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2011, hanno comunque indicato un apprezzabile incremento degli ordinativi esteri (+2,3%) insieme ad una netta prevalenza delle segnalazioni di aumento (48%) rispetto a quelle di diminuzione (20%).
 
Vanno peraltro segnalati, congiuntamente, l’ incremento delle settimane di produzione (che passa dal 6,7  del 1° trimestre  a 7 del secondo) e il grado di utilizzo degli impianti che sale ad un livello del 74,7% rispetto al 72,4% della precedente rilevazione.
 
A livello settoriale le industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto registrano la migliore dinamica in ragione di una crescita del 2,4% della produzione, dell’1,6% del fatturato (che viene determinato soprattutto dal risultato del + 5,1% ottenuto sui mercati esteri) e del 6,4% degli ordinativi. Il buon andamento del settore viene confermato anche dalle previsioni per il 3° trimestre che denotano indicazioni di segno positivo per la produzione, per gli ordinativi e per il fatturato. A riprova dei favorevoli effetti determinati dalla mercato estero, i tre quarti degli imprenditori del settore si aspettano una crescita degli ordinativi a fronte di una quota del 7% che prevede una diminuzione.
 
Male invece le aziende del settore alimentare: produzione (-4,1%), fatturato (-3,8%) e ordinativi (-3,9%) nei confronti dello stesso periodo dell’anno precedente. E come se non bastasse le previsioni per il trimestre successivo sembrano improntate ad un inequivocabile pessimismo considerata la netta prevalenza delle indicazioni di “diminuzione” fornite dagli imprenditori. 
 
Il tessile-abbigliamento conferma la difficile fase congiunturale ma, rispetto al trimestre precedente, denota una significativa attenuazione delle contrazioni della produzione, del fatturato e degli ordinativi valutate sulla base del confronto con gli analoghi periodi del 2011. Va altresì sottolineato come il fatturato estero registri un aumento dell’1,6% rispetto al secondo trimestre 2011, un risultato che migliora quello conseguito nel primo trimestre quando la variazione positiva era stata pari allo 0,1% e come gli ordinativi del mercato estero registrino un + 0,5% rispetto ad un valore negativo del primo trimestre (-0,2%).
 
Per il comparto delle industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche, si segnalano risultati di segno negativo per tutti i vari indicatori considerati. In particolare le variazioni percentuali con il corrispondente periodo del 2011 sembrano evidenziare un’intensificazione  della sfavorevole fase congiunturale testimoniata da più forti contrazioni dei volumi produttivi (-6,9%), del fatturato (-7,5%) e degli ordinativi (-8,2). Le difficoltà del comparto sono confermate anche sul fronte del mercato estero con variazioni negative sia per il fatturato che per gli ordinativi. Anche le previsioni per il trimestre successivo non fanno intravedere spiragli di miglioramento. 
 
Il settore del legno e del mobile mostra un sensibile peggioramento del suo ciclo congiunturale determinato da una significativa contrazione dei volumi produttivi (-4,7%), del fatturato (-4,8%) e degli ordinativi (-3,1%) rispetto allo stesso trimestre del 2011. Le maggiori difficoltà si possono cogliere prendendo in considerazione le analoghe variazioni riscontrate nel trimestre precedente quando i valori dei tre suddetti indicatori avevano evidenziato una situazione di sostanziale stazionarietà nei confronti del corrispondente periodo del 2011. 
 
L’industria dei metalli si conferma come uno dei settori, tra quelli analizzati, maggiormente penalizzati dalla crisi. Sia per le indicazioni a carattere “qualitativo”, con una netta prevalenza delle segnalazioni di diminuzione su quelle di aumento, sia per quelle “quantitative”, i risultati dell’indagine rivelano la situazione di grande difficoltà. In particolare rispetto al secondo trimestre del 2011 si osserva un calo della produzione (-7,2%) che supera nettamente quello registrato nel primo trimestre (-2,9%). A questo si aggiungono le contrazioni del fatturato (-8,2%) e degli ordinativi (-6,2%).   Per quanto riguarda il mercato estero a fronte di un apprezzabile aumento del fatturato (1,7%), il settore evidenzia una forte diminuzione degli ordinativi (-15,2%). Le prospettive a breve, pur contrassegnate dalla prevalenza di previsioni negative per i vari indicatori considerati, segnalano una marcata supremazia della quota di imprenditori (96%) che si aspettano un aumento degli ordinativi per il mercato estero nel trimestre successivo. 
 
Assai pesante anche il consuntivo del settore delle industrie elettriche ed elettroniche testimoniato da consistenti contrazioni della produzione (-7,6%), del fatturato (-4,1%) e degli ordinativi (-8,2%) rispetto al 2° trimestre del 2011. In questo caso le difficoltà si segnalano con la stessa intensità anche sul fronte del mercato estero con un calo del fatturato del 7,6% e degli ordinativi dell’8,9%. Le aspettative degli imprenditori per il trimestre successivo non fanno presagire un’inversione della tendenza fortemente negativa che ha investito il settore.
 
Ugualmente dal comparto  “altre industrie”, che ricomprendono la produzione della carta, della ceramica e la riparazione e manutenzione di macchine ed apparecchiature, giungono indicazioni di segno decisamente negativo considerato che nel corso del secondo trimestre i volumi produttivi si sono ridotti del 7,7% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, il fatturato dell’8,4% e gli ordinativi dell’8,6%. Meno marcato il calo del fatturato estero (-1,5) cui si accompagna un risultato di segno positivo (+0,6%) degli ordinativi relativi al mercato estero. Le previsioni per il 3° trimestre sembrano in linea con i risultati del periodo esaminato.
 
Esaminando i risultati per  dimensione delle imprese, la classe maggiore (cioè le imprese con 50 dipendenti ed oltre) sembra tenere meglio nella fase congiunturale esaminata soprattutto grazie ad una positiva dinamica del fatturato e degli ordinativi relativi al mercato estero. Un trend che sembra destinato a proseguire sulla base delle previsioni formulate dagli imprenditori intervistati.  Come già constatato nei primi tre mesi del 2012, la sfavorevole congiuntura penalizza maggiormente le imprese di minore dimensione, un fenomeno che si riflette direttamente sul comparto artigiano i cui indicatori risultano sistematicamente più negativi rispetto al sistema manifatturiero nel suo complesso.

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