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L'INTERVENTO Altro che ripresa: aumenta la cassa integrazione, bruciati 6mila posti di lavoro

Riceviamo e Pubblichiamo l'analisi degli ultimi dati su Cassa Integrazione e Occupazione in Umbria: e come sempre non sono rose, ma tante spine.

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di Mario Bravi e Lorenzo Testa *Ires Cgil
Nonostante l’entusiasmo (incomprensibile) del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, c’è un aumento nel ricorso alla Cassa Integrazione nei primi tre mesi del 2017 a livello nazionale e in Umbria anche rispetto al 2016.

E questo nonostante la parzialità dei dati relativi agli ammortizzatori sociali, manca infatti il quadro relativo all’utilizzo del Fondo d’Integrazione Salariale, rispetto al quale ancora il 69,3% delle richieste pervenute non è stato analizzato.

I dati, pur se parziali, ci dicono che perdurano le crisi aziendali e che è necessario rafforzare gli ammortizzatori per una durata maggiore, rispetto alle limitazioni imposte dal Jobsact. Inoltre, è evidente che il Fondo d’Integrazione Salariale non funziona, facendo venir meno il diritto all’universalità degli ammortizzatori sociali. Anche sul versante della CIG, l’Umbria presenta un quadro peggiore rispetto al già pesante dato nazionale.

Secondo quanto elaborato dall’Osservatorio nazionale dell’INPS sulla cassa integrazione, a marzo 2017 nella nostra regione abbiamo avuto un utilizzo pari a 1.113.344 ore, con un + 43.61% rispetto a marzo 2016. Nei primi 3 mesi del 2017 abbiamo avuto un utilizzo pari a 3.122.950 ore con un + 23,68% rispetto allo stesso periodo del 2016. In Italia è uno degli aumenti più consistenti dopo Liguria, Basilicata e Calabria.

Le domande di disoccupazione (NASPI) sono state 26.384 nel 2015, 22.503 nel 2016, e 4.044 nei primi tre mesi del 2017. La diminuzione delle domande di disoccupazione è ascrivibile (come ha dimostrato l’ISTAT) sostanzialmente all’aumento degli inattivi (tra i quali i NEET) e non ad un aumento degli occupati, che non a caso sono in calo. Infatti, a dimostrazione di questa valutazione, si è passati da 360mila occupati nel 2015 a 354 mila nel 2016 (con 6 mila occupati in meno).

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