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Economia

Bollette alle stelle e rincari da incubo, l'allarme di ristoranti e bar: "Scenario di guerra, cinquemila attività a rischio"

Cardinali: "Di fronte a questa situazione così drammatica, occorre una generale assunzione di responsabilità"

Ristoranti e bar dell’Umbria "di nuovo in uno scenario di guerra, dopo un gennaio reso pesantissimo da una serie di rincari, a cominciare dall’energia, che rischiano davvero di mettere ko anche chi ha resistito con tutte le forze a due anni di pandemia". 

I conti sono da incubo. Uno studio di Confcommercio, svolto in collaborazione con Nomisma Energia per valutare gli effetti del caro-energia sulle imprese del terziario, evidenzia che sono bar e ristoranti ad avere i maggiori aumenti rispetto al 2021, rispettivamente del 100% e del 73%. Per i bar, la bolletta elettrica passerà in media da 4 mila a 7 mila euro per salire, con il costo del gas, da 5 mila a 10 mila euro in totale. Anche i ristoranti registreranno una maggiore spesa elettrica, che passerà da 7 mila a 12 mila euro; con il gas, farà segnare un maggiore costo totale che da 11 mila euro salirà fino a 19 mila euro.

Il Consiglio direttivo di Fipe Umbria Confcommercio, guidato dal presidente Romano Cardinali, ha proposto la costituzione di un Tavolo di crisi permanente, con Regione e Comuni, "per parlare anche di fiscalità locale e tentare di salvare le imprese che oggi, come non mai, sono a rischio sopravvivenza".

"Le speranze di una ripresa, intraviste la scorsa estate, sono state prima gelate dalla recrudescenza della pandemia, e dalle conseguenti misure restrittive, e ora sembrano definitivamente compromesse dai rincari - dice il presidente Cardinali - . La preoccupazione è altissima. Il settore rischia di non reggere l’ondata dei rincari che ci sta sommergendo. A rischio non ci sono solo le nostre 5 mila imprese, ma un intero comparto economico, decine di migliaia di famiglie, una rete di pubblici esercizi che disegna e anima le nostre città. Anche i sindaci hanno protestato contro il caro energia affermando che se il governo non interviene aumenteranno IMU e Tari: sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso".

"L’energia non è la sola responsabile degli aumenti che stiamo subendo - aggiunge il presidente di Fipe Confcommercio - . Le farine sono aumentate 4 volte negli ultimi sei mesi per un +25/30%; i cartoni delle pizze sono passati da 15 a 45 centesimi; i sacchi della spazzatura da 80 centesimi a oltre1 euro; un chilo di caffè da 18 a 22 euro. Sono solo alcuni esempi, che però danno il senso di un vero e proprio assedio alle nostre attività, che non possono riversare sui clienti i maggiori costi. Non dimentichiamo che le bollette le pagano anche le famiglie, che hanno già visto ridursi il loro potere d’acquisto. Di fronte a questa situazione così drammatica, occorre una generale assunzione di responsabilità. Ed è proprio quello che chiediamo alle istituzioni locali".

E ancora: "Mentre sul fronte nazionale -  conclude il presidente Cardinali - , continua la pressione di Fipe Confcommercio per chiedere al governo una defiscalizzazione veramente compensativa rispetto agli aumenti e anche uno stop ai controlli del green pass a carico degli esercenti, con un percorso di superamento delle restrizioni. Con 51 milioni di italiani vaccinati o guariti, non è più possibile controllare 100 clienti per dover scoraggiare quei 4 non muniti di green pass: uno squilibrio tutto a carico di migliaia di piccole imprese che da due anni vivono un terremoto economico che rischia di farle chiudere. Necessario introdurre fin da subito il sistema dei controlli a campione, partendo dal principio dell'autoresponsabilità da parte dei clienti".

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