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Umbria, Cna Turismo si appella alla Regione: "Stanno tornando le sagre ma servono regole chiare: ristorazione rischia di saltare"

Dopo due anni di pandemia e la crisi economica determinata dalla Guerra in Ucraina, i ristoratori umbri ora dovranno affrontare la concorrenza delle sagre pronte a tornare in pista nel periodo estivo. E' per questo chiedono regole certe, rispettose e non eventi fiume (in termini di giorni). Da qui l'appello alla Giunta regionale per una regolamentazione delle sagre su tutto il territorio regionale. 

“Dopo due anni difficilissimi dovuti alla pandemia - ha spiegato Paolo Ercolani, ristoratore di Spello, alla guida della categoria all’interno di Cna Turismo Umbria - che hanno ridotto drasticamente i nostri fatturati, e di fronte alla nuova emergenza rappresentata dai rincari di energia e materie prime, ci manca solo la ripresa delle sagre di paese in assenza di regole chiare e stringenti per dare il colpo di grazie alle imprese della ristorazione che, ricordiamolo, rappresentano anche un presidio fondamentale di uno dei fattori di maggiore attrattività della regione: l’enogastronomia umbra di qualità.”

“Pensiamo che palazzo Donini debba fare una valutazione molto attenta e concertata delle scelte sul fronte della disciplina delle sagre e delle feste popolari – ha concluso Ercolani -, che in alcuni territori diventano un competitor ulteriore senza però concorrere in condizioni di parità, sia per quanto riguarda i costi generali di esercizio, sia in termini di qualità. E se questo ha sempre costituito un problema, a maggior ragione lo rappresenta oggi, dopo lo tsunami sanitario ed economico che ha investito il nostro come altri settori. Aggiungiamoci i forti rincari energetici e delle materie prime, che aumentano le nostre spese e al tempo stesso contraggono i consumi e le capacità di spesa delle famiglie. Senza dimenticare la tassazione locale: innanzitutto la fine dell’esenzione relativa alla Tosap per coloro che hanno ampliato le superfici esterne per ospitare la clientela in condizioni di sicurezza; ma anche il passaggio alla Taric è un ulteriore elemento di complicazione e di impatto sui nostri bilanci. Non ultimo va tenuto presente quanto le imprese della ristorazione debbano investire per i propri lavoratori anche sul fronte della sicurezza e per conformarsi agli standard di igiene e di qualità richiesti dalla normativa di settore. Tenuto conto di tutti questi fattori, i rischi per il nostro settore legati anche alla ripresa indiscriminata delle sagre sono facilmente intuibili.”

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