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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

L'Umbria destinata a restare senza centrali Enel: Pietrafitta dimenticata, premiato il Lazio

A chiacchiere tutti elogiano l'Umbria ma nei fatti si preferisce investire in bacini elettorali più grandi e redditizi. La spiegazione del vice-ministro non convince

Ancora una volta la piccola Umbria viene tradita dal Governo nazionale e dalle grandi società nazionali. Tutti si aspettavano, dopo lo scandalo della terra dei fuochi nel territorio di Piegaro, che alla fine la nuova centrale di Pietrafitta venisse potenziata con tanto di aumento del personale. 

Le istituzioni locali erano fiduciose anche dopo la fine dichiarata dell'altra grande centrale, quella a carbone, di Gualdo Cattaneo. L'Umbria senza centrali? Impossibile, dicevano. Invece ancora una volta un mezzo tradimento politico si è manifestato: si è deciso di investire sulla centrale di Montalto di Castro, che era stata dismessa. Tutto questo nonostante il sito di Pietrafitta sia perfettamente funzionante anche se sfruttato al minimo. La conferma è arrivata dal vice-ministro Bellanova che ha risposto all'interrogazione della deputata umbra Adriana Galgana di Innovatori e Civici. 

Nella sua risposta, la viceministra ha parlato di generiche ragioni economiche e di mercato che sarebbero alla base delle decisioni di Enel rispetto alle centrali da dismettere in tutto o in parte. “A questo punto, è urgente capire cosa fare per tutelare in modo più utile gli interessi dell'Umbria che, ricordo – ha proseguito Galgano - ha la maglia nera per la decrescita di Pil, fa peggio solo il Molise. E se andiamo a vedere le decisioni che riguardano le centrali, quelle sulle vertenze aziendali, vedi la Perugina, la ex Novelli e la ex Merloni solo per ricordare le tre più note,  e lo stato in cui versano le infrastrutture, con il Mit che pochi giorni fa ha risposto ad una mia interrogazione che gli investimenti previsti dal 2001 per il Nodo di Perugia non saranno fatti, è facile capire il perché”. A chiacchiere tutti elogiano l'Umbria ma nei fatti si preferisce investire in bacini elettorali più grandi e redditizi.

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