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Arrivate le bollette da incubo di energia e gas. Imprese e locali in ginocchio: chi chiude, chi licenzia. Confcommercio: "Addio ripresa"

L'appello di Mencaroni: "Le istituzioni locali, Regione in testa, devono raccogliere il grido di allarme del mondo delle imprese, che oggi non sono solo alle prese con la nuova ondata covid, ma anche con un caro energia senza precedenti e un'inflazione in crescita"

Tante le segnalazioni che stanno arrivando alla sede umbra di Confcommercio, che nei prossimi giorni realizzerà un sondaggio tra gli imprenditori associati per verificare, numeri alla mano, l’impatto sui bilanci dei rincari sulle bollette. “Per contrastare il 'caro bollette', non bastano i pur importanti stanziamenti - circa 8 miliardi di euro - fin qui disposti dal governo. Servono misure strutturali, in primo luogo, affrontando il tema della riduzione della dipendenza dalle forniture estere" - sostiene Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria - "L’arrivo, in questi giorni, delle bollette energetiche rischia di far crollare le speranze di ripresa degli imprenditori umbri. Le istituzioni locali, Regione in testa, devono raccogliere il grido di allarme del mondo delle imprese, che oggi non sono solo alle prese con la nuova ondata covid, ma anche con un caro energia senza precedenti e un'inflazione in crescita sostenuta, che rischia di compromettere definitivamente i consumi delle famiglie. Bisogna permettere alle imprese di sopravvivere a questo ennesimo momento di emergenza, senza essere costrette a chiudere o a licenziare nessuno, per non perdere competenze e professionalità che saranno determinanti al momento della ripartenza vera".

Preoccupazioni condivise anche da Federalberghi Umbria e dalla Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), rappresentanti di alcuni dei settori più colpiti dalla nuova emergenza, che chiedono l’attivazione di strumenti straordinari di sostegno alle imprese umbre, soprattutto quelle a rischio chiusura per il forte rincaro dei prezzi. Rappresentanti di Confcommercio, Federalberghi e Fipe, infatti, sono stati ricevuti in audizione ieri presso le Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera, dove hanno chiesto: il prolungamento della Cassa integrazione covid, scaduta il 31 dicembre scorso; la riforma del sistema degli indennizzi per le imprese; la proroga delle moratorie sui crediti bancari fino al 30 giugno 2022. Le imprese, infatti, nella situazione attuale non sono nelle condizioni di poter riprendere a tener fede agli impegni finanziari assunti, peraltro in questo periodo accresciuti, senza ripercussioni sulla loro stabilità.
 

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