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"Il made in Umbria è a rischio: chiusure e licenziamenti". L'analisi di Confagricoltura: "Subito biogas, biomasse e comunità energetiche"

L'agricoltura umbra è in difficoltà e teme il lungo inverno umbro. Confagricoltura è stata drammaticamente chiara e oltre al caro-energia deve fare i conti con materie prime schizzate alle stelle

Le bollette sono arrivate e fanno paura: + 300 per cento. Grandi aziende hanno chiuso i forni mandando in cassa integrazione il personale. Quelle piccole lavorano, hanno commesse importanti, ma con il prezzo previsto prima della tempesta energetica e quindi si lavora a rimetterci. Ma si va avanti. Altri non possono e quindi o si sono fermati o addirittura chiuso non potendo pagare fornitori, tasse, bollette e prestiti. Le famiglie umbre ora stanno vivendo quel dramma che associazioni di categorie e analisti avevano annunciato prima delle vacanze. E' un dramma e siamo solo all'inizio.

L'agricoltura umbra è in difficoltà e teme il lungo inverno umbro. Confagricoltura è stata drammaticamente chiara e oltre al caro-energia deve fare i conti con materie prime schizzate alle stelle tra l’enorme aumento dei prezzi dei fertilizzanti definito un grande problema a livello Europeo che mette a rischio la sicurezza alimentare. “Un grande problema anche per quelli umbri perché è a rischio quindi la grande produttività dei raccolti d’eccellenza Made in Umbria” sottolinea Fabio Rossi presidente Confagricoltura Umbria. Sull’agricoltura si è quindi abbattuta soprattutto l’esplosione del costo dei fertilizzanti, con i prezzi dei fosfati, dell’urea e del potassio che sono aumentati rispettivamente del 190%, 170% e 280% negli ultimi due anni. Serve dunque fare presto e limitare i danni il più possibile.

"Per alcune imprese umbre la cessazione dell’attività potrebbe essere definitiva, mentre per altre lavorare in condizioni di reddito negativo per effetto dei rincari è ormai la normalità” denuncia il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi. Si chiede una strategia immediata dall'Europa - che non è arrivata - e anche dalla nostra Regione si chiede immediatamente un piano per l'auto-produzione e con tempi rapidi: "C’è anche la necessità di accelerare su norme, strumenti ed indirizzi di governo regionale per spingere sul concreto sviluppo delle produzioni rinnovabili (compreso biogas e biomasse) e sulla formazione a tappeto delle comunità energetiche".

Gli agricoltori umbri bocciano l'attuale politica contro il caro-energia dell'Ue: “Assolutamente inadeguate le proposte relative ai sostegni che gli Stati membri potranno destinare alla riduzione del ‘caro bollette’ - sottolinea ancora il presidente Giansanti -. Non sono previsti nuovi stanziamenti in un quadro di solidarietà. Potrà solo essere rimodulata soltanto una parte dei fondi di coesione 2014-2020 non ancora utilizzati. Per l’Italia, sarebbero disponibili appena 4 miliardi di euro. Una somma inadeguata alle necessità, considerando che i costi energetici hanno raggiunto un’incidenza del 25% sul totale dei costi”. La situazione è drammatica: la chiusura delle aziende, vuol dire licenziamenti o cassa-integrazione e quindi per le famiglie l'impossibilità di vivere, pagare affitti e bollette. Si continua a far finta di niente, ma la tenuta sociale umbra e del Paese à veramente a rischio. 

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