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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

I licenziati della Trafomec ingaggiano tre avvocati per "non morire di fame"

La Fiom ha annunciato il ricorso alla magistratura "affinché valutino la presenza di eventuali profili anche di rilevanza penale, nelle condotte poste in essere dai vertici aziendali". Accordi non rispettati e soldi agli ex lavoratori mai arrivati

La vertenza Trafomec è tra le più drammatiche dell'Umbria. Dopo venti mesi di lotta e di trattative con l'azienda, poco o nulla si è sbloccato: i lavoratori licenziati non hanno ricevuto neanche un euro delle loro spettanze e l'organico in servizio è nettamente inferiore a quello concordato nel 2014. Da qui la decisione della Fiom-Cgil di rivolgersi alla magistratura "affinché valutino la presenza di eventuali profili anche di rilevanza penale, nelle condotte poste in essere dai vertici aziendali". 

Per portare avanti questa battaglia il sindacato ha ingaggiato tre avvocati: si tratta di Lina Bravetti, Massimo Rossini e Vincenzo Bioli. L'obiettivo di questa presa di posizione molto forte è quello di "un immediato sblocco per sanare una situazione inaccettabile". 

“Non possiamo permettere che questa ingiustizia si protragga ulteriormente, faremo tutto quanto necessario per tutelare i lavoratori e gli ex lavoratori Trafomec” ha spiegato Cristiano Alunni, della segreteria Fiom Cgil di Perugia "Ci troviamo di fronte ad un modo di agire inaccettabile per coloro che hanno mantenuto il posto di lavoro, in quanto sono stati privati, giocoforza, di una cospicua parte della retribuzione in cambio di maggiore occupazione, così come per coloro che il posto di lavoro, magari dopo decenni e decenni di onorata carriera, lo hanno perso”.

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