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Tra furbetti e giravolte del Governo, il superbonus 110 passa da speranza a incubo. Le Banche chiudono i rubinetti. "Salta tutto..."

L’annuncio del blocco dei plafond sulla cessione del credito da parte di Unicredit e Banca Intesa gela le speranze di imprese e cittadini. La denuncia del Cna

“Quello che sembrava essere uno straordinario strumento di ripresa economica e di rilancio del settore delle costruzioni, si sta rapidamente trasformando in una vera e propria mela avvelenata". La denuncia amara porta la firma della Cna che aveva creduto e scommesso sul Superbonus 110% ma ora questo strumento rischia di essere l'esatto opposto: le aziende e professionisti ora rischiano paradossalmente il default non per mancanza di commesse, bensì per il troppo lavoro: "il tutto per colpa delle continue modifiche normative alla cessione del credito introdotte dal Governo a giochi già iniziati.”

A lanciare l’ennesimo allarme è Roberto Giannangeli, direttore regionale della CNA: “I timori denunciati a più riprese negli ultimi mesi rischiano di trasformarsi in realtà di fronte all’annuncio del blocco dei plafond destinati all’acquisto dei crediti fiscali maturati da imprese e privati cittadini da parte di Unicredit e Banca Intesa. Blocco che arriva dopo quelli attuati da molti istituti di credito minori e da Poste Italiane, che avevano già fatto un passo indietro dopo le prime modifiche alle regole sulla cessione del credito. Concretamente questo significa che moltissime imprese si troveranno nell’impossibilità di smobilizzare crediti già maturati e senza avere la capienza fiscale necessaria per poterli recuperare direttamente. Lo stesso vale per i cittadini che hanno avviato gli interventi di ristrutturazione sui propri immobili. In questo modo salta tutto!”.

La decisione dei due maggiori istituti di credito del Paese è maturata dopo l’introduzione, da parte del Governo, della cosiddetta responsabilità solidale delle banche sui crediti acquisiti da imprese e privati cittadini. Una misura adottato, secondo il Governo, per arginare  fenomeni di malaffare e truffe. Ma le maggiori irregolarità non arrivano dal Superbonus ma dal bonus facciate. E i controlli ora sono diventati capillari e forti  sulle pratiche. "In un momento di grandissima difficoltà acuito dalla guerra in corso e legato ai forti rincari delle materie prime, dell’energia e del carburante, che stanno nuovamente bloccando anche la ricostruzione post sisma - ha concluso Giannangeli - non possiamo permettere che si prendano provvedimenti che rendono inutilizzabile una misura che sta dando fiato non solo al settore costruzioni ma a tutta l’economia. In prospettiva, inoltre, c’è un ulteriore rischio: anche qualora le banche riaprissero i rubinetti sulla cessione del credito, potremmo assistere a un aumento consistente dei tassi di interesse applicati. Per le imprese - conclude Roberto Giannangeli – sarebbe un’altra pessima notizia.”
 

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