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Tamat ha presentato l'agricoltura sociale in un convegno internazionale a Montemorcino

L’evento “Fattore sociale, agricoltura e immigrazione per l’innovazione sociale” all’interno del progetto “ColtiviAmo l’integrazione”,

Al Centro Mater Gratiae di Montemorcino Tamat NGO ha presentato l’evento “Fattore sociale, agricoltura e immigrazione per l’innovazione sociale” all’interno del progetto “ColtiviAmo l’integrazione”, coordinato da Tamat in partenariato con Fondazione ISMU (Milano), Associazione Tetti Colorati Onlus (Ragusa), Robert F. Kennedy Human Right Italia (Firenze) e Cardet (Cipro), finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020 del Ministero dell’Interno e cofinanziato dall’Unione Europea. 

Dopo i saluti di Alessandro Moretti, presidente delle Acli Provinciali di Perugia, e la proiezione di due cortometraggi prodotti all’interno dei progetti di Tamat Urbagri4women (AMIF) e ColtiviAmo l’integrazione (FAMI) sulle esperienze di inclusione socio-lavorativa realizzata presso il Centro Mater Gratiae di Montemorcino (Perugia), il direttore di Tamat Piero Sunzini e il consigliere comunale della municipalità di Agios Athanasios Chrisphas Christophi (Cipro) hanno introdotto i lavori sottolineando l’aspetto strategico dell’agricoltura sociale come volano di un’idea di cooperazione a tutte le latitudini.DSC02406 300x225

Sono poi intervenuti Domenico Lizzi, coordinatore del progetto Coltiviamo l’integrazione per Tamat, Marta Lovison e Cecilia Lindenberg di Fondazione ISMU (Milano), Elisa Occhipinti e Adriana Cannizzaro dell’Associazione I Tetti Colorati Onlus (Ragusa) e Carolina Rocha Barreto del Robert F. Kennedy Human Right Italia (Firenze). Gli interventi dei partners di progetto hanno condiviso con i presenti i primi positivi risultati di laboratori, esperienze concrete ed azioni svolte per integrare, attraverso il lavoro e il confronto culturale, ragazzi e ragazze provenienti da paesi terzi.

Nel corso del pomeriggio è stato poi presentato da Marios Zittis di Cardet il catalogo delle buone pratiche dell’agricoltura inclusiva alla base del progetto. In questo senso sono risultate molto interessanti le esperienze dei partners della rete associativa che sostiene il progetto.  Samanta Musarò della rete Semino – Alimentare Positivo (rete a livello nazionale nata per portare sul mercato prodotti agricoli etici, sostenibili e innovativi, e offrire occasioni di lavoro e inclusione per i migranti) ha infatti presentato la buona pratica di Kilowatt (Bologna), cooperativa di lavoro, che ha saputo riqualificare in modo innovativo le Serre dei Giardini Margherita di Bologna su una prospettiva culturale legata alla ristorazione, all’educazione e a spazi di coworking;  Edoardo Todeschini di Rob de Matt (Milano), associazione di promozione sociale, ha condiviso la propria esperienza di gestione di un ristorante sociale in cui vengono inclusi soggetti svantaggiati.

Infine, rispetto alle buone pratiche dall’Umbria sono intervenuti il professor David Grohmann del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali Università degli Studi di Perugia (DSA3), molto attento alle tematiche dell’agricoltura sociale e che sta collaborando a Perugia con l’esperienza di Montemorcino, e Alessandro Brocatelli di CIDIS Onlusche ha illustrato esperienze e prospettive possibili.

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