Trasporto Pubblico, tagli per 43 milioni: a rischio linee treni e bus
L'allarme è stato lanciato al convegno "il Governo Ci lascia a piedi" organizzato dalla Cgil. Si spera nel passo indietro di Monti, in caso contrario si prevedono o sono previsti tagli alle linee su gomma
Mancano qualcosa come 43 milioni di euro per poter garantire ai pendolari umbri, studenti e di riflesso anche ai turisti, gli accordi tra Regione e Trenitalia per le corse interne su ferrata del calendario 2012.
L’allarme è stato lanciato mercoledì mattina nel convegno “il Governo Ci lascia a piedi” organizzato dalla Cgil e che ha visto la presenza dei massimi amministratori umbri: il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali.
"Se il Governo Monti conferma il fondo stanziato dal vecchio Governo – ha spiegato Cristiano Tardioli, segretario della Filt-Cgil – non sarà più possibile alla Regione di garantire alle Ferrovie dello Stato la cifra pattuita per il contratto di servizio che regola corse, treni e fermate per i pendolari e studenti umbri”.
Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 56 milioni di euro e in cassa, invece, arriveranno soltanto 13 milioni di euro. Ma se la rotaia è in sofferenza, anche il trasporto su gomma rischia tantissimo nonostante l’Umbria, con lungimiranza politico-amministrativa, è riuscita nell’impresa di fondere le 4 società di trasporto in Umbria Mobilità, razionalizzando la spesa e rendendo più competitiva in Europa la società in vista delle gare d’appalto internazionale che permetterebbero nuovo risorse in cassa.
"Non è possibile ad oggi immaginare il settore trasporto pubblico umbro con il fondo messo a disposizione dal Governo Berlusconi, abbattuto per tutta Italia dell’80 per cento. Se invece si confermeranno i fondi 2010 grazie all’operazione di Umbria Mobilità manterremo il servizio completo e in tre anni ci sarà un risparmio di 10milioni euro”; ha analizzato Giovanni Morioni, presidente di Umbria Mobilità.
La Regione e il Comune di Perugia hanno ribadito il loro impegno per una pressione sul Governo per non perdere quote importanti di servizio pubblico del trasporto.