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Economia

Tabacco: Orsini (Arusia) interviene su rilancio della coltura Kentucky

Il commissario dell'Agenzia Regionale Umbra per lo Sviluppo e l'Innovazione in Agricoltura, Adolfo Orsini propone di rilanciare in Umbria la coltura del sigaro Kentucky

Dal commissario straordinario dell’Arusia, l'Agenzia Regionale Umbra per lo Sviluppo e l'Innovazione in Agricoltura, Adolfo Orsini giunge la proposta del rilancio della colutra del sigaro tipo Kentucky anche sul territorio umbro.

Orsini vuole sottolineare l'importanza della visita di una delegazione istituzionale umbra presso la manifattura del Sigaro toscano: "In merito a ciò ritengo utile fare delle considerazioni e portare un contributo a questa interessante discussione. Il rilancio della coltura del tabacco da sigaro tipo Kentucky, presente in passato soprattutto nei territori dell’Alto Tevere e attualmente presente in Umbria in misura marginale, può sicuramente rappresentare una interessante opportunità di reddito per una fetta di agricoltori dei nostri territori. Dobbiamo essere tuttavia consapevoli che la produzione di Kentucky richiede una riconversione profonda e radicale del sistema produttivo delle aziende, che implicherebbe notevoli investimenti e che sicuramente comporterebbe la dismissione degli impianti e delle attrezzature attualmente utilizzati, da parte delle imprese agricole e delle loro forme associate, che in questi ultimi anni hanno investito molto nelle nuove tecnologie per la coltivazione, la raccolta e la trasformazione del Bright.

Viene da chiedersi se l’ingente investimento necessario per la riconversione, sia utile e conveniente, e se le risorse ad esso da destinare non possano essere destinate ad altri tipi di riconversione verso produzioni alimentari più sostenibili per l’ambiente e per il tessuto economico territoriale. In ogni caso, ogni ragionamento sulle produzioni agricole oggi non può prescindere da una logica di filiera: ipotizzare una produzione vincolata ad una azienda industriale quale la Manifattura del Sigaro Toscano, sia pure essa una industria nazionale, perseguirebbe le stesse logiche del produrre Bright per le multinazionali del settore, non garantendo agli agricoltori quei redditi a valle della filiera che rimarrebbero all’industria. Occorre invece investire in progetti di riconversione produttiva secondo una logica di gestione da parte dei produttori agricoli dell’intera filiera, compreso il segmento della trasformazione finale e della commercializzazione. Solo così si può garantire all’agricoltore un incremento del proprio reddito che possa rendere economicamente conveniente la sua attività produttiva.

È utile ed opportuno aprire un confronto su tale interessante tematica attraverso la istituzione di un tavolo tecnico promosso dalle istituzioni e che coinvolga l’Università, le associazioni, i rappresentanti del settore tabacchicolo e che consenta di definire un progetto serio ed economicamente sostenibile per la nostra regione”; ha concluso il rappresentante dell'Arusia, Orsini.

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