Tabacco in Umbria, Deltafina subentra a Tti: "La Regione monitora l'impatto sui livelli occupazionali"
Rispondendo alla consigliera Puletti della Lega durante il 'Question time' l'assessore Morroni assicura: "La Giunta supporterà imprese e lavoratori nella fase di passaggio"
Il settore tabacchicolo è uno di quelli strategici per l'economia dell'Umbria e la Regione sta dedicando "particolare attenzione a monitorare la fase di transizione dell’annunciato avvicendamento di Deltafina nelle fasi di produzione fino ad oggi gestite da TTI (‘Tabacco Trasformatori Italia’, ndr), soprattutto rispetto ai possibili impatti sui livelli occupazionali. In questo contesto siamo pronti a mettere a disposizione ogni supporto per l’affiancamento a lavoratori e imprese in questa fase di passaggio”.
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Questa l'assicurazione data oggi (martedì 11 gennaio) dall'assessore Roberto Morroni nel 'Question time' in consiglio regionale in risposta a Manuela Puletti, consigliera della Lega che chiedeva alla Giunta quali "azioni intende intraprendere per assicurare lo sviluppo e il mantenimento dei livelli occupazionali del settore”.
Richieste conseguenti alle preoccupazioni "per il futuro dei lavoratori concentrati nel distretto altotiberino, tradizionalmente legato a questa attività agricola ed agroindustriale. La nostra regione, insieme al Veneto detiene le maggiori quote di produzione tabacchicola nazionale e solo in Umbria si contano più di 2mila lavoratori". Secondo Puletti poi "occorre fare chiarezza in seguito all'annuncio, da parte della multinazionale Japan Tobacco International, dell’acquisto di 8mila tonnellate di tabacco, made in Umbria, consolidando i suoi rapporti commerciali con il territorio e le realtà regionali operanti nel settore".
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L’assessore Morroni ha risposto che “la filiera della tabacchicoltura rappresenta un importante comparto della produzione nazionale e per l’Umbria. Da almeno un decennio tutta la filiera è in fase di sensibile contrazione e di trasformazione. In questo contesto a giugno abbiamo attivato una cabina di regia regionale con imprese, sindacati, parlamentari umbri ed enti locali, che si è riunita più volte e ha prodotto risultati significativi, affrontando alcune criticità come l’esigenza di una programmazione pluriennale degli acquisti e di assicurare prezzi coerenti con la qualità della nostra agricoltura. È stato avviato uno studio con Ismea per valutare l’impatto degli accordi e garantire un adeguato equilibrio economico delle imprese. L’Umbria è diventata la regione guida nel sottolineare le esigenze del settore, con Campania, Veneto e Toscana, puntando al coinvolgimento del Governo nazionale nella trattativa con le multinazionali".
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Secondo l'assessore infine, "gli ultimi acquisti di multinazionali in Umbria sono un segnale positivo per la filiera umbra, un riconoscimento degli elevati standard qualitativi e ambientali. Ma questo non ci lascia sottacere altri problemi, come il collocare questo impegno in un orizzonte stabile dal punto di vista temporale o adeguati livelli di retribuzione delle imprese anche per problemi come i costi dell’energia".