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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Spi Cgil Umbria: "Manovra Monti da bocciare, avanti con la mobilitazione"

La Cgil Umbria giudica negativamente il Governo Monti e la sua Manovra economica e richiama la Regione Umbria per il ritardo sulle riforme del lavoro del welfare e degli investimenti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

La Cgil Umbria spiega che da una parte c'è il giudizio negativo sulla manovra del Governo Monti, dall'altra c'è il richiamo alla Regione a superare tutti i ritardi che si registrano nella realizzazione delle riforme e a individuare risorse per finanziare un Piano per il Lavoro, il welfare locale, gli interventi a tutela dei non autosufficienti.

Sono questi in estrema sintesi gli indirizzi contenuti nel documento politico, approvato nel suo direttivo di fine anno, dallo Spi Cgil dell'Umbria, il sindacato dei pensionati che conta nella nostra regione quasi 70mila iscritti.

Sulla manovra del Governo Monti, che avrebbe dovuto affrontare la gravissima situazione economica lasciata in eredità dal Governo Bossi-Berlusconi, lo Spi umbro è netto: “Avrebbe dovuto essere improntata al rigore, ma anche all'equità, alla crescita e alla giustizia sociale, delle quali però si è persa ogni traccia – si legge nel documento - A pagare sono sempre gli stessi, pensionati, lavoratori, giovani, sui quali ricade il massimo dei sacrifici; quasi del tutto assenti le politiche di indirizzo mirate alla crescita e alla occupazione, soprattutto giovanile e femminile. Sulle pensioni, poi, si fa solamente cassa pur in presenza dell'equilibrio finanziario del sistema previdenziale a carico dei lavoratori dipendenti”.

Dunque, avanti con le iniziative di mobilitazione unitaria, “nell'interesse delle classi meno abbienti, anche attraverso una capillare fase di assemblee nei territori, che coinvolgano più cittadini possibili”.

Venendo all'Umbria, lo Spi Cgil è consapevole del fatto che: "I tagli effettuati (nel biennio 2012/2013 oltre 120 milioni di euro) mettono in forte discussione il riconosciuto buon livello dei servizi sanitari” in una regione dove il 24% circa della popolazione è ultra 65enne”. Questo imporrà la revisione dei piani riguardanti il sociale e il sanitario, approvati prima dei tagli lineari imposti dal precedente Governo, “per evitare operazioni che potrebbero risultare devastanti”.

Dunque, avanti con l'importante confronto avviatosi tra Regione e sindacati, su argomenti di forte impatto sociale: riforme istituzionali, piano per il lavoro, welfare, compartecipazione, residenzialità e semiresidenzialità, legge sulla non autosufficienza, riordino del sistema sanitario regionale.

Per quanto riguarda l'aggiornamento del “Piano Sociale Regionale”, le cui linee di indirizzo generale devono essere mantenute, il direttivo regionale dello Spi-Cgil ritiene che una delle priorità, da affrontare con il massimo dell'impegno, sia quella delle persone non autosufficienti. “In questo ambito - scrive lo Spi - si riconferma la validità delle rivendicazioni contenute nella piattaforma unitaria dei sindacati dei pensionati 2010/2015, soprattutto per quanto attiene al fondo regionale per la non autosufficienza, che va reso definitivamente strutturale, intervenendo, se necessario, con progressività sulla fiscalità generale a partire da alti redditi, rendite e patrimoni”.

Infine, lo Spi Cgil osserva che il pesante taglio, sul welfare regionale e degli enti locali (le risorse nazionali per l'Umbria sono ridotte del 95,8%: dai 13.545.708,00 di euro per l'anno 2011 ai 636.790,00 per il 2012), dovrebbe spingere la Regione Umbria e tutte le istituzioni locali a: "Finalizzare parte delle nuove entrate previste e, possibilmente, ulteriori imposte aggiuntive temporanee (tassa di scopo - contributo di solidarietà - patrimoniale regionale proporzionata ai livelli di reddito - contributi fondazioni bancarie ecc.), per sostenere un piano straordinario per il Lavoro, l'occupazione giovanile e femminile e per lo stesso sistema del welfare locale”.

 

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