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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Terremoto, l'analisi degli edili: subito modello Lorenzetti per ricostruire, lavoratori pronti a tre turni al giorno

E' questa  proposta presentata dai sindacati edili di Cgil, Cisl e Uil che temono una ricostruzione a rilento e un modello non sperimentato per tragedie simile. Ecco cosa chiedono e cosa sono pronti a fare i lavoratori in cambio di un modello condiviso tra istituzioni, imprese e edili

La ricostruzione post-sismica dell'Umbria causata dal sterremo infinito del 2016 deve partire basandosi sull'unico modello vincente di questi anni. Quale? Quello terremoto del 1997 dell'allora presidente della Giunta regionale Maria Rita Lorenzetti. E' questa  proposta presentata dai sindacati edili di Cgil, Cisl e Uil che temono una ricostruzione a rilento e un modello non sperimentato per tragedie simile. 

"L’Umbria ha avuto un modello di ricostruzione post sisma del 1997 che si è rivelato – numeri alla mano hanno ribadito Augusto Paolucci (Fillea Cgil), Tino Tosti (Filca Cisl) e Stefano Paloni (Feneal Uil)– efficace e positivo. E visto che la situazione attuale, scaturita dai terremoti del 2016, non è molto dissimile, sia per le caratteristiche dei territori coinvolti, che per l’entità dei danni registrati, sarebbe logico riprendere e valorizzare quel patrimonio di esperienza, a partire da un elemento decisivo: il Durc con congruità".   

I sindacati sono convinti che ci siano tutte le condizioni e tutti gli interessi per riproporlo, almeno nei suoi elementi fondamentali, quali appunto il Durc con congruità, che significa certificazione della regolarità contributiva e giusto numero di addetti ad ogni fase di avanzamento dell’opera: un vero e proprio muro contro il lavoro nero e l’evasione.

E a sostegno delle proprie richieste i sindacati portano i numeri dell’esperienza post sisma del 1997: 22mila sfollati e una ricostruzione pesante chiusa in 15 anni; 18mila cantieri, 20mila lavoratori impegnati e un solo morto sul lavoro; 5,3 miliardi di euro di spesa preventivati (cifra molto simile a quella calcolata per l’attuale cratere umbro) e 4,9 spesi, con un risparmio di circa il 7% rispetto a quanto preventivato.

E i lavoratori, cosa sono disposti a mettere sul piatto? “Se ci sarà davvero la volontà di concertare e lavorare insieme – hanno assicurato Paolucci, Tosti e Paloni – da parte nostra e dei lavoratori che rappresentiamo la disponibilità sarà totale: siamo pronti a fare accordi che consentano di accelerare al massimo la ricostruzione, anche lavorando sette giorni su sette su tre turni, quindi senza sosta. La condizione però – hanno concluso i tre segretari – è che non si ceda di un millimetro sul fronte di legalità e sicurezza”.

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