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Economia

Sanità in Umbria, ticket sull'intramoenia: Cgil fa chiarezza

La Cgil cerca di fare chiarezza sulla questione dei ticket sanitari sull'intramoenia, provando a sgombrare il campo da presunte strumentalizzazioni politiche

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

Sulla questione dei ticket per l'intramoenia, la Cgil sente l'esigenza di fare chiarezza. Il sindacato è con i lavoratori ed i cittadini e pone questioni cercando di dare un contributo alla soluzione ai problemi. Non cerca, come fa invece il Pdl, di strumentalizzare qualunque cosa gli capiti a tiro, per secondi fini.

Andiamo con ordine e rinfreschiamo la memoria a chi tende a rimuovere le proprie responsabilità. I ticket sono stati fissati dal Governo Berlusconi con la manovra correttiva del luglio 2011. Tutte le regioni sono state obbligate da quella decisione a mettere ticket ai loro cittadini sulle prestazioni sanitarie.

E naturalmente anche l'Umbria, nonostante fosse una delle pochissime regioni in equilibrio di bilancio, e quindi senza particolari esigenze interne. Il governo Berlusconi inoltre ha deciso pesantissimi tagli del Fondo Sanitario: meno15 mld di euro in tre anni (2012-2014), ai quali si è perfino aggiunto un ulteriore taglio di 6,8 MLD deciso dal Governo Monti.

In questo contesto abbiamo per primi sollevato la questione dei ticket sulla libera professione intramoenia, non perché la Regione avrebbe potuto evitarli, essendo una legge dello Stato, ma per trovare una diversa modulazione dell'imposizione, visto che il 29% solo sull'intramoenia sembrava e sembra eccessivo.

Abbiamo chiesto anche altro, e lo ribadiamo ancora: il superamento della libera professione allargata, esercitata negli studi privati dei medici. Per dare più trasparenza e controllo a questa attività. E per evitare prevaricazioni ai danni dei cittadini. La Regione ha preso in considerazione le nostre osservazioni e si è impegnata a verificare gli effetti del ticket ed eventualmente a porre le correzioni necessarie e compatibili con l'imposizione governativa: ne discuteremo nell'ambito del positivo dialogo che la Regione ha stabilito con le parti sociali.

Chi è invece responsabile della profonda crisi nella quale è stato trascinato il Paese e pensa di scardinare il sistema sanitario pubblico a favore del privato, non può pensare anche di trarre beneficio dai problemi che ha contribuito a creare. Il loro modello di sanità è quello di Formigoni e Daccò, abbiamo visto come funziona.

Mario Bravi – Segretario generale CGIL Umbria
Nicola Preiti – Responsabile CGIL medici


 

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