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Salva-banche, la rabbia di Federconsumatori: "Famiglie espropriate dei risparmi di una vita"

Riceviamo e pubblichiamo la nota della Federconsumatori di Perugia che prosegue senza sosta nella richiesta di risarcimento integrale per le 130mila famiglie “espropriate” dal decreto salva-banche dopo il crac di diversi istituti di credito

Riceviamo e pubblichiamo la nota della Federconsumatori di Perugia che prosegue senza sosta nella richiesta di risarcimento integrale per le 130mila famiglie “espropriate” dal decreto salva-banche dopo il crac di diversi istituti di credito.

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Federconsumatori continua  a chiedere il risarcimento integrale alle 130.000 famiglie espropriate dei loro risparmi di una vita, con decreto del governo dettato da Bankitalia, attingendo  dalle riserve straordinarie della Banca d’Italia e/o da 380 milioni di dividendi erogati ogni anno alle banche socie, ritengono beffardo attribuire alla Consob, che non ha affatto vigilato sui bond tossici,  il ruolo di arbitro, che significa mettere le volpi a guardia del pollaio.

Le evidenti responsabilità dell’omessa vigilanza nei casi di Banca Marche CariFerrara, CariChieti e Banca Popolare dell’Etruria, ma anche di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, i cui metodi estorsivi per diventare azionisti sono finalmente oggetto di inchieste  giudiziarie delle Procure, dovranno essere accertate sia in sede penale che civile, non essendo più consentibile il gioco allo scaricabarile dei tecnocrati di Bankitalia con la Consob e la Commissione europea sulla pelle dei risparmiatori truffati e delle vittime di una Banca Centrale, che non ha voluto vedere ciò che Adusbef e Federconsumatori denunciavano ufficialmente negli esposti da anni.

E la difesa d’ufficio dell’egregio lavoro della vigilanza, che ha “svolto il proprio ruolo ispettivo con efficienza e con la giusta severità", così come della ‘stabilità del sistema’, da parte di banchieri soci di Bankitalia, che ricevono 380 milioni l’anno di dividendi, è vergognosa ed immorale per le vittime del risparmio tradito, così come le favolette raccontate secondo le quali in Europa per salvare le banche sono stati sostenuti costi enormi, pari all'8% del Pil, mentre in Italia non è stato speso nulla.

I salassati e vessati utenti e risparmiatori italiani, costretti a pagare oneri impropri, anatocismo e commissioni di massimo scoperto,  costi di gestione dei conti correnti più elevati pari in media a 318 euro l’anno, contro 114 media Ue e tassi su mutui e presti superiori a 100 punti base, per finanziare quella stabilità di un sistema bancario crollata la notte del 22 novembre 2015, hanno pagato negli ultimi 20 anni, una media di 8/9 miliardi di euro in più ogni anno, che negli ultimi 20 anni ammonta ad una stima prudenziale di 170 miliardi di euro, superiore al 10 per cento del Pil.

Adusbef e Federconsumatori che chiedono azioni di responsabilità contro i vertici di Bankitalia, con la destituzione-rottamazione del Governatore Ignazio Visco e del capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo, che non possono restare al loro posto per l’evidente inidoneità a tutelare il bene sacro del risparmio, si aspettano dal governo un segnale chiaro di discontinuità, per non far replicare tra qualche anno, le  tragedie del risparmio tradito, come già accaduto 10 anni fa con i crac di Cirio, Parmalat e dei tango bond.

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