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Economia

Saldi, vendite in calo il primo giorno. Cgil: "No a negozi aperti 24 su 24"

Confcommercio: sconti sopra anche il 50 per cento sia per fare un po' di cassa per le nuove tasse di inizio anno e che per pagare le bollette e i fornitori. Cgil contro le liberalizzazioni degli orari di lavoro

Il primo giorno di saldi a Perugia non avrebbe dato i risultati sperati. Si parla di un calo del 30 per cento a fronte di super-prezzi ribassati del 50 per cento dai commercianti che si accontentano di poter fare un po' di cassa per pagare tasse e fornitori. Allo stesso tempo però il maggiore sindacato regionale, anche nel settore dei dipendenti del commercio, la Cgil, si schiera per il "no" agli orari liberi previsti dal Governo per le attività a partire dal 1° gennaio. Praticamente la crisi dei consumi - derivante da disoccupazione, cassa integrazione e crisi internazionale - sembra essersi aggravata proprio con l'inizio del 2012 e le liberalizzazioni non sarebbero un antidoto per fermare il blocco degli acquisti delle famiglie.

SALDI Il presidente di Confcommercio Giorgio Mencaroni spera in un colpo di coda, magari un pareggio, per la vendita di merci a prezzi stralciati: "Ci auguriamo un bilancio positivo dei saldi - ha proseguito -, ma al momento è bene sottolineare che alcuni commercianti si trovano costretti, per esigenza di cassa, a svendere il prodotto e a fare saldi anche oltre il 50 per cento su merce di stagione. A vendere sottocosto per onorare le scadenze". I turisti, presenti per il ponte della Befana, potrebbero fare la differenza. Ma da Orvieto, dove si è svolta Umbria Jazz Winter, arrivana una sorta di smentita dato che al flusso turistico alto non ha corrisposto un flusso di acquisti come negli anni passati. Gli unici che ne hanno beneficiato sono stati bar, enoteche e alberghi.

NEGOZI APERTI 24 ORE Il "no" della Cgil è stato direttamente inviato anche alle istituzioni: comuni, province e Regione. "Chiediamo alla Regione dell’Umbria - ha spiegato Gianfranco Fattorini,  Segreteria Regionale Cgil - un fermo e deciso intervento che contrasti il provvedimento del Governo Monti sulle liberalizzazioni nel commercio, normativa dannosa, che non produrrà alcun vantaggio per i consumi e l’occupazione, ma si sostanzierà esclusivamente in una dilagante deregulation". Richiesto un tavolo istituzionale e commerciale per  per assumere tutte le iniziative di contrasto al provvedimento in atto.

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