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Rifiuti non pericolosi, le Cementerie potranno usare il Css (plastica, carta, fibre) come combustibile per la produzione

Tar dell'Umbria contro ricorso Comune di Gubbio. Fioroni: "E' un importante passo in avanti nella direzione dello sviluppo economico, dell’occupazione"

La sentenza del TAR Umbria ha respinto il ricorso del Comune di Gubbio avverso l’autorizzazione della Regione Umbria inerente l’utilizzazione del CSS, il combustile solido secondario, da parte delle industrie cementiere di Gubbio per produrre energia a fine di auto-produzione. Una decisione accolta con grande soddisfazione dall'assessore regionale alla sviluppo Michele Fioroni (nella foto): "E' un importante passo in avanti nella direzione dello sviluppo economico, dell’occupazione, della tutela dell’ambiente nonché il riconoscimento della correttezza dell’operato della Regione Umbria e viceversa delle posizioni pregiudiziali ed anacronistiche del Comune di Gubbio”. 

La Regione conferma anche la volontà, già espressa in passato, di promuove e stilare un accordo sulla gestione e controllo dell'utilizzo di questo combustibileassessore-Fioroni-3 nelle cementerie per tutelare sviluppo e anche ambiente-salute:  “Prima ancora della sentenza, anche grazie al supporto della Seconda Commissione consiliare e del suo presidente Valerio Mancini – ha sottolinea Fioroni - era stato avviato un percorso per l’attivazione di un accordo sullo sviluppo del settore cementiero nell’esclusivo interesse del territorio di Gubbio e dell’Umbria che avrebbe visto partecipi imprese, organizzazioni sindacali, Comune di Gubbio e Regione Umbria nella prospettiva legata alla realizzazione di azioni positive finalizzate sia sotto il profilo produttivo che ambientale al consolidamento ed allo sviluppo delle produzioni, alla sintesi al massimo livello tra sostenibilità e traiettorie tecnologiche in grado di innalzare la capacità competitiva delle imprese, alla qualificazione e realizzazione di una serie di impegni rispetto sulla corretta e coerente utilizzazione gestione e diffusione di informazioni connesse al raggiungimento del massimo livello di sostenibilità delle produzioni e del loro impatto sul territorio”.

Un accordo che prevede anche investimenti su programmi di ricerca e sviluppo, "efficientamento energetico delle produzioni, introduzione e sviluppo di tecnologie finalizzate all’economia circolare oltre che in tema di competenze dei dipendenti delle imprese”.
 

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