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Economia

Riaperture, gli agriturismi umbri resistono e lanciano la sfida: cibo all'aperto e vacanze sicure

Dopo la conferma del coprifuoco e i pranzi e cene all'aperto, l'offerte degli agriturismi umbri diventa fondamentale per l'economia locale, al ristorazione e i primi turisti

Dopo un inverno e una primavera orribile, rigorosamente chiusi, il vato settore degli agriturismi umbri è pronto a ripartire fin dal 26 aprile cercando di sfruttare i suoi posti all'aperto per far tornare a pranzo e cena gli umbri e i primi turisti del fine settimana. Strutture fondamentali in questo clima di pandemia per cercare di portare in Umbria famiglie e coppi in vista dell'estate, come il periodo di luglio-agosto del 2020 ha dimostrato alla grande; è stata l'Umbria una delle mete nazionali più visitate e vissute.

Il settore, secondo  Elena Tortoioli, seppur tra mille difficoltà e redditi quasi azzerati riesce a mettere in campo la stessa offerta di qualità delle passati stagioni. Gli agriturismo dell'Umbria, dopo l'ultimo decreto dove si è confermato coprifuoco alle 22 e pranzi e cene all'aperto, diventa ancora più fondamentale per i prodotti umbri e per il turismo. 

"E' forte la volontà di ripartire di un comparto che in Umbria può contare su 1373 strutture con 23.862 posti letto e 13.654 a tavola. La possibilità di riaprire le attività di ristorazione sfruttando gli spazi all’aperto rappresenta per gli agriturismi umbri un primo passo in avanti - sottolinea Tortoioli - visto che possono contare su ampie aree all’esterno per assicurare il necessario distanziamento a tavola. L’agriturismo svolge pure un ruolo centrale per la vacanza made in Italy post covid, perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità nelle campagne dove le distanze si misurano in ettari e non in metri".

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