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Regione Umbria, il consiglio dice sì al Dap 2015. Marini: "Con i risparmi abbiamo salvato il welfare"

La governatrice "battezza" il Documento di programmazione dopo il "varo" del consiglio regionale: "Un documento di chi governa la regione, altro che campagna elettorale"

Ce l’ha fatta. Approvato  - tra i distinguo, puntualizzazioni e rimbrotti – il Documento annuale di programmazione 2015. Il consiglio regionale dell’Umbria dà il via libera (16 sì e 10 no) alla proposta di risoluzione che recepisce il piano predisposto dalla Giunta regionale. Respinti i documenti alternativi di Damiano Stufara (Prc) e Andrea Lignani Marchesani (FdI).

“Questo è un Dap compatibile con la Legge di Stabilità, non è un documento da campagna elettorale ma da governo della regione”. E’ questa la formula con cui la presidente regionale Catiuscia Marini battezza il documento e il suo via libera. La governatrice non lesina bacchettate: "Ho ascoltato stamattina interventi propedeutici più alla campagna elettorale che non alla discussione del documento annuale di programmazione. Un documento che cade tra due legislature e tra due settennati di programmazione europea”.

Ancora la Marini: "L’Umbria ha attraversato una crisi profonda, inserita nella crisi del Paese. Attraverso gli strumenti del Dap e comunque a disposizione della Regione non si possono affrontare le criticità che l'Umbria si trova ad affrontare. Il Dap affida supera la concezione che si possa affidare al pubblico ogni azione di risposta alle difficoltà delle persone e alle esigenze di sviluppo delle imprese”. Più nel dettaglio, prosegue la presidente, "abbiamo avviato un processo di riforme che puntiamo a completare con il Dap 2015. La nostra politica regionale produrrà i propri effetti interagendo con la politica europea e nazionale”.

La Marini ha rivendicato che “con risparmi sulla spesa generale abbiamo potuto mantenere la leva delle politiche sociali e di welfare” per poi invitare a “fare molta attenzione a leggere i dati sulla crisi: non vogliamo parlare solo alla imprese che ne hanno subito i contraccolpi ma anche a quelle piccole e medie imprese che in questi hanno fatto innovazione ed export. L'Umbria - ha ribadito - ce la farà se queste 350 imprese cresceranno e si consolideranno, espandendo gli effetti positivi”. C’è spazio anche per la trasformazione della E45 in autostrada e la polemica senza fine: “la Regione - ha garantito Marini - tutelerà gli interessi dell'Umbria”. Infine, per la governatrice “l’invarianza della tassazione per 15 anni non è un aspetto secondario per la capacità di spesa degli umbri. Su trasporto pubblico e sanità - ha concluso - abbiamo affrontato con coraggio e determinazione le criticità, non tagliando un euro sui relativi fondi”.

Ma dicevamo di contraltari e voci discordi in consiglio. Nel corso del dibattito, Paolo Brutti (Idv) ha affermato che “nel Dap mancano i risultati delle politiche e pure le previsioni, quasi non ci interessasse conoscerli”. Orfeo Goracci (Comunista umbro) vede “più ombre che luci, peggiorati tanti parametri e anche l'identità della piccola Umbria che sapeva essere punto di riferimento per la nazione”. Massimo Buconi (Psi) sostiene che "le criticità del sistema Umbria sono state affrontate, anche se ci sono stati dei ritardi”, mentre per Raffaele Nevi (FI) “abbiamo di fronte l'ennesimo Dap che descrive una situazione che non esiste. Un Dap che non indica certezze”. Per Oliviero Dottorini (Idv) si tratta invece di “indicazioni condivisibili che non ingannano i cittadini con ipotesi fantasiose”. Secondo Gianfranco Chiacchieroni, infine, il Dap è “la base per ripartire in un quadro favorevole. Serve dare fiducia alla società umbra”. Come sempre, si vedrà. 

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