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Primo Maggio ad Assisi, i leader nazionali del sindacati lanciano l'appello su Pace, sicurezza sul lavoro e salario dignitoso

"Bisogna che iI governo abbia il coraggio di dire che le aziende che violano le norme sulla sicurezza non possono partecipare ai bandi pubblici"

"Il messaggio di questo Primo maggio è innanzitutto che bisogna fermare questa guerra assurda voluta da Putin e impedire che diventi una guerra mondiale": è stato questo il messaggio prioritario del Primo Maggio che da Assisi è arrivato a tutto il mondo e porta la firma del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Fermare la guerra, anche in chiave anti-crisi oltre che umanitaria, a cui si sono uniti anche i segretari di Cisl e Uil Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombarbieri, anche loro sul Palco della Manifestazione di Assisi.

Al secondo posto delle emergenze relative al mondo del lavoro, ancora le troppe vittime. "Sostenere la centralità del lavoro. Lavoro dignitoso, di qualità, contrattualizzato. Lavoro sicuro. Sono oltre 1.300 le vittime ogni anno nelle nostre fabbriche, nei campi, sui cantieri. Non abbiamo più sangue da dare". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra "Bisogna fermare questa lunga scia di sangue. Chiediamo al Governo di mettere in cima alle priorità un grande piano che azzeri questa conta vergognosa".

Sulla sicurezza arriva la proposta del del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: "È necessario istituire una procura unica per i temi della sicurezza. Oggi purtroppo continua ad esserci il dramma dei morti sul lavoro. Serve più formazione, prevenzione e un intervento a partire dalle scuole. Bisogna che iI governo abbia il coraggio di dire che le aziende che violano le norme sulla sicurezza non possono partecipare ai bandi pubblici e che le associazioni datoriali siano in grado di affermare che le aziende associate che violano le norme vanno fuori".  

Al centro della manifestazione anche i temi del lavoro e della crescita del Paese, dei salari e delle pensioni, della lotta alla precarietà. L'appello alla pace ma anche alla dignità del lavoro e alla sicurezza è arrivato anche da Sacro Convento di Assisi attraverso le parole fra Marco Moroni: "Smettiamo di confidare nella forza mortifera delle armi e percorriamo le vie della politica e del negoziato, adottiamo mezzi di difesa non violenti e facciamo crescere una cultura di pace". E ancora:  "Con il lavoro ciascuno dà il suo contributo affinché il mondo sia più bello e più giusto e tutti abbiano quanto necessario per una vita all'altezza della propria dignità. Vengano garantite sicurezza e salute in ogni luogo di lavoro: nessun guadagno può giustificare la perdita di una vita". 

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