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Piano anti-crisi | L'Umbria che lavora lancia un appello: "Serve coraggio per scelte impopolari su rifiuti e Nodo. Stop immobilismo e i signor No"

Seconda giornata della conferenza regionale dell'Economia e del Lavoro (CREL), su “Umbria - Economia e sociale alla prova della pandemia. Idee e proposte per il futuro". La ricetta per il rilancio

Forse siamo sulla strada giusta. Alla conferenza regionale dell'Economia e del Lavoro (CREL), su “Umbria - Economia e sociale alla prova della pandemia. Idee e proposte per il futuro" terminata dopo una due giorni ricchi di spunti; la politica, l'imprenditoria e i professionisti parlano la stessa lingua in fatto di settori dove puntare, dove intrervire con fondi e quali riforme da adottare. Primi passi importanti verso un piano anti-crisi epocale di cui l'Umbria ha un disperato bisogno dopo una crisi economica infinita, governi immobili e questa maledetta pandemia. Dopo la prima giornata, la seconda ha confermato gli strumenti che bisogna adottare e cosa finanziare. Sigle degli artigiani, dei commercianti, delle professioni e dell'agricoltura hanno praticamente messo sul tavolo gli stessi interventi segno che i diversi settori soffrono gli stessi mali e quindi hanno bisogno di una medicina comune.

Infrastrutture nuove e da terminare per arginare l'isolamento, riforma della pubblica amministrazione (la burocrazia è un male antico e oggi più letale che mai), riforma del fisco a partire da quello regione, ricerca e innovazione affidandosi all'Ateneo Perugino, completare la rete digitale regionale e finalmente una formazione che non è più un mille gusti per dare fondi a pioggia ma che sia mirata con il mercato e concordata con il mondo del lavoro (al riforma Fioroni in atto dunque piace alle categorie, tranne che a opposizione e opposizione di centrosinistra). Questi sono i punti da cavalcare, finanziare e dare vita all'Umbria di domani. Tutto questo per arrivare ad una regione piccola ma in grado di attrarre investimenti, società ed essere la culla di start-up in grado di creare prodotti innovativi.

Giorgio Mencaroni, Camera di Commercio, lancia anche una proposta in ambito di scuole:  "Sulla formazione, bisogna incrementare l’offerta degli Its, con l’ampliamento dei profili nell’ambito del turismo e della ristorazione”. Poi ribadisce - dopo anche le recenti polemiche con i comitati del no ai progetti stile Nodo e Nodino di Perugia - che  "le infrastrutture sono indispensabili per il territorio. Siamo coinvolti nella società Quadrilatero, ma il tratto Perugia-Ancona non è stato ancora completato e questo è un problema serio". Auspica un grande progetto di rinascita il segretario regionale di Cna Renato Cesca dove riforma del fisco e semplificazione degli appalti e procedure siano alla base del rilancio: "Per far crescere le imprese servono riforme regionali, semplificazioni, una minore tassazione locale anche passando per una riforma della Pa. Per gli appalti pubblici le norme semplificate proposte dall’Europa devono essere adottate da ogni Comune. Le imprese che vogliono crescere devono poterlo fare in ogni comune. Serve un unico punto di interlocuzione con la Pa. I Comuni continuano ad aumentare le tasse. Ma aumentano anche i non paganti. Va aperta una riflessione. La tassazione locale va rivista".

Sulla stessa linea Roberto Tanganelli (presidente Confprofessioni Umbria): "Serve un dialogo costante e rispettoso tra pubblico e privato. Bisogna de-burocratizzare le norme della Pa. Rifondare un sistema fiscale Roberto Tanganelli (presidente Confprofessioni Umbria) che sia vicino agli imprenditori e aiuti i giovani ad entrare nel mondo del lavoro". Formazione vera e accesso al credito per le aziende piccole sono le parole d'ordine di Confcommercio: "Urgono azioni per l’accesso al credito delle imprese meno dimensionate. Dobbiamo coinvolgere scuola e università per formare al meglio i nostri giovani, anche all’introduzione nel mondo del lavoro".

Ma l'Umbria per cambiare e rilanciarsi deve finalmente avere una classe dirigente coraggiosa, in grado di non guardare al consenso immediato e di prendere decisioni scomode dai rifiuti, alle nuove strade, per arrivare all'utilizzo di nuove tecnologie. Coraggio: ecco il lievito per il Piano epocale per casa nostra. "In Umbria c’è la tendenza all’immobilismo e a dire di no a nuove iniziative. Questo ha creato i problemi, serve coraggio nel prendere decisioni anche controcorrente contro ideologie che non permettono di fare cose. Sui rifiuti dovremmo guardare a una soluzione come quella del nord Europa, servono soluzioni coraggiose per risolvere i problemi. Non è più pensabile interrare i rifiuti. Le infrastrutture sono importanti per la nostra regione, siamo isolati. Chiediamo di valutare attentamente la soluzione migliore anche per il nodo di Perugia, per arrivare a una scelta che impatti il meno possibile sull’ambiente”: ha tuonato Fabio Rossi (Presidente Confagricoltura Umbria). Un messaggio forte anche ai comitati, ai politici sempre per il no e mai per il sì e a chi pensa solo a prendere voti senza mai decidere nulla. O si cambia, magari trovando punti d'incontro, o l'Umbria muore. A chi conviene?

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