rotate-mobile
Economia

Perugina, licenziamenti di massa e assemblee in fabbrica: "Confermato lo stato di agitazione"

“Ad oggi, la Rsu dichiara il mantenimento dello stato di agitazione con il blocco degli straordinari e delle flessibilità”

Il tempo corre: poco più di 180 giorni. Sei mesi di tempo per riaprire un dialogo, ora inchiodato su posizioni nuragiche, e scacciare l’incubo dei 364 esuberi alla Perugina. A San Sisto, dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico del 27 settembre, si sono svolte le assemblee generali in fabbrica. “Nonostante l’apprezzamento per il richiamo fatto dal viceministro Bellanova – spiega la Rsu della Perugina - , a che si apra un confronto ripartendo dal Piano industriale dell’aprile 2016, dove avere la possibilità di rimettere al centro della discussione in tema del lavoro, visto che Nestlé in questi mesi ha voluto parlare solo di esuberi, resta in fabbrica la preoccupazione dei lavoratori”. E ancora: “Chiediamo che il tavolo venga convocato a breve e solo dopo potremo dire se abbiamo fatto passi in avanti oppure no”.

Come a dire: nessuna certezza. “Ad oggi, la Rsu dichiara il mantenimento dello stato di agitazione con il blocco degli straordinari e delle flessibilità”. Ma la protesta, secondo i rappresentanti dei lavoratori, non è stata vana: “Quella di mercoledì 27 settembre è stata una giornata molto importante. Fuori dai cancelli della fabbrica oltre ai lavoratori della Perugina, c’erano Istituzioni, partiti politici, associazioni, categorie sindacali, esponenti della Chiesa, ma soprattutto tanti lavoratori di aziende che in molti casi vivono situazioni analoghe alla nostra, senza nemmeno la visibilità che abbiamo noi”.

E ancora una volta, dai lavoratori, parte il grido rivolto verso Perugia: “Riteniamo che la vertenza Perugina si debba pertanto allargare a tutto il territorio e nel ribadire la centralità della Fabbrica per il sistema locale, chiediamo che si organizzi una grande manifestazione che, partendo dalla Perugina, abbracci tutte le realtà produttive, rimettendo al centro il tema del lavoro e dell’occupazione”. E chiedono “un nuovo incontro al nuovo Presidente della Cei nonché Arcivescovo di Perugia il Cardinale Bassetti che più volte ha mostrato sensibilità su queste tematiche”.


E poi l’appello alla politica: “La politica e le Istituzioni devono farsi garanti delle persone che rappresentano, anche attraverso tutele legislative atte a frenare i casi come quello che avviene in Perugina, dove basta il cambio di un manager a livello mondiale per mettere in pericolo il futuro lavorativo di oltre 350 famiglie”. Perché, dicono c’è una sostanziale differenza: “Troppe volte assistiamo a scelte non dettate da una logica industriale, ma spinte da interessi che poco hanno a che fare con quello che per noi deve essere il caposaldo del sistema, ossia che è il lavoro a creare la ricchezza e non la finanza. Dobbiamo dire no alla logica del profitto a tutti i costi, della finanza prima della persona. Le logiche del mercato non possono prevalere sul destino di una fabbrica. Non possono esistere investimenti per licenziare. Diciamo no ai 364 esuberi”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Perugina, licenziamenti di massa e assemblee in fabbrica: "Confermato lo stato di agitazione"

PerugiaToday è in caricamento