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FUTURO E CIVILTA' | L’Umbria protagonista della Food Innovation: dalla lotta agli sprechi all’uso delle tecnologie per la sostenibilità

Dal 16 al 19 settembre l’Umbria sarà protagonista della Food Innovation: 150 delegati da tutto il mondo si ritroveranno tra Todi e Perugia per disegnare un nuovo sistema alimentare sostenibile

Ha fatto scalpore la notizia di poche settimane fa del presidente spagnolo Pedro Sanchez che ha deciso di vietare – con un’apposita legge - lo spreco di cibo: dal 2023 medie e grandi imprese saranno “costrette” a trasformare verdura e frutta non vendibile in marmellata o in succo. Mentre i ristoranti si doteranno obbligatoriamente della “Doggy bag”; considerando che 1.300 tonnellate di cibo - ben 31 kg pro capite - ogni anno vengono sprecate dai cittadini. Per i trasgressori multe salatissime: fino a 500 mila euro. Parlando concretamente e per agevolare il cambio di mentalità la Spagna ha deciso di promuovere linee di vendita per prodotti “brutti, imperfetti o poco attraenti”, dal momento che parte delle 1.300 tonnellate di cibo sprecato deriva anche dagli inestetismi del cibo. In più, pensa ad offrire fra gli scaffali prodotti stagionali, locali e biologici, educando alla comprensione dei tre termini. 

Prodotti che rispettino i reali cicli naturali senza l’impiego di dissertanti, pesticidi e ausili chimici vari non sono “perfetti”, ma tutto quello che appare poco attraente è in realtà ben più naturale e salutare. E in Umbria? Anche nella nostra bella regione possiamo fare qualcosa: è già realtà l’iniziativa “Secco”, lanciata nel 2020 – con il sostegno della Camera di Commercio dell'Umbria - da Cibo Matto, un'azienda del settore alimentare con sede a Castiglione del lago (Pg) per la valorizzazione degli esuberi di produzione nell'ambito agro-alimentare. Nel dettaglio le verdure biologiche, prodotte in esubero da piccoli produttori locali nei periodi di picco, vengono disidratate utilizzando un forno solare, che permette un'essiccazione di qualità con un grande risparmio energetico. Dopo l’essiccazione si preparano nuovi prodotti: nella maggior parte mix pronti all'uso per condire primi piatti, minestre ecc., riuscendo così a conservare materie che altrimenti non avrebbero trovato collocazione come alimenti freschi.  

Un appuntamento da non perdere. Altra grande chicca che riserva il nostro territorio è l’ “Edible Planet Summit”: dal 16 al 19 settembre l’Umbria sarà protagonista della Food Innovation: 150 delegati da tutto il mondo si ritroveranno tra Todi e Perugia per disegnare un nuovo sistema alimentare sostenibile. I temi da trattare saranno: la produzione sostenibile di cibo, lo spreco alimentare, la perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici; ma anche l’innovazione AgTech, i nuovi sistemi agricoli, ingredienti e prodotti alternativi, salute e nutrizione, rinnovamento della politica e sistemi alimentari circolari. Si tratta di un incontro a livello mondiale in tema di cibo ideato da Sharon Cittone, founder & ceo di Edible Planet Ventures, la piattaforma olistica nella quale gli stakeholder della catena alimentare globale possono condividere know-how, risorse e best practice.

L’iniziativa farà base a Todi e Perugia ma interesserà tutta l’Umbria, sia per il coinvolgimento degli attori locali dell’agrifood, che attraverso una serie di visite che verranno proposte agli ospiti alle principali realtà produttive della regione. Definito anche come “ritiro rigenerativo”, The Edible Planet Summits si preannuncia come un evento fortemente pragmatico, durante il quale i partecipanti verranno coinvolti in un mosaico di incontri one-to-one, attività di co-design, workshop, esperienze immersive e networking. Verranno infatti organizzati dei tavoli di lavoro suddivisi per tema. Il confronto sarà diretto e si proveranno a identificare soluzioni a problemi concreti. Poi ci sarà un confronto tra i tavoli, per evitare di avere una visione a compartimenti stagni. Infine ci sarà il lavoro di sintesi con la realizzazione della Edible Planet Charter, che non è un manifesto di idee, ma un documento di azioni concrete per tutti gli attori della filiera per innescare con questi interventi cambiamenti di più lungo periodo.

E in Italia? A livello nazionale l’unica buona pratica al momento in piedi è quella attuata dalla Legge n. 166 del 14 settembre 2016, la cosiddetta norma “antisprechi”, la cui prima firmataria è stata l’onorevole Maria Chiara Gadda. Una legge che, a differenza della Spagna, punta quasi tutto sull’educazione alimentare nelle scuole e su campagne di comunicazione mirate prevedendo tra le altre cose anche una riduzione della tassa rifiuti per chi dona il cibo e favorendo l’asporto del non mangiato da parte dei clienti nei ristoranti.

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