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Economia

Nomine & Poltrone - Anna Rita Bruschi prima presidente del Gruppo Donne di Confimi Industria Umbria

Al Barton Park incontro sulle sfide per le aziende alla luce del Pnrr

Le donne imprenditrici di Confimi Industria Umbria, la confederazione che racchiude le piccole e medie industrie umbre, si sono date appuntamento al Barton Park di Perugia per dare vita a Confimi Umbria Gruppo Donne Imprenditrici con l’obiettivo di far emergere la sensibilità e la capacità femminile nel fare impresa, dentro e fuori l’associazione.

Per i prossimi tre anni a guidare il Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria Umbria sarà l’imprenditrice spoletina Anna Rita Bruschi, che opera all’interno di un’azienda che si occupa di privacy e gdpr, nominata per acclamazione dall’Assemblea della categoria.

Durante l’incontro istituzionale dal titolo “Le sfide e le misure del Pnrr per l’imprenditoria femminile” che ha seguito la costituzione del Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria Umbria, tanti gli interventi di spessore che si sono susseguiti e hanno suscitato l’interesse di tutta la platea.

Nel congratularsi con la neopresidente Anna Rita Bruschi e tutte le componenti del consiglio direttivo, il presidente di Confimi Industria Umbria Nicola Angelini afferma: “Uno degli obiettivi che ha portato alla costituzione del Gruppo Donne di Confimi Industria Umbria è la valorizzazione del contributo essenziale delle donne nel lavoro e nella gestione delle imprese come tema chiave per il cambiamento e la crescita. Uomini e donne, insieme, possono completarsi, moltiplicare risorse ed energie e quindi raggiungere risultati molto più importanti anziché “concorrere” da soli”.

“Quando il Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria si è costituito a livello nazionale nel 2020 - sottolinea Vincenza Frasca, presidente di Confimi Industria Gruppo Donne Imprenditrici e viicepresidente di Confimi Industria, presente ai lavori- la nostra prima iniziativa è stata quella di portare all’attenzione della politica italiana ed europea l’attuale definizione di Impresa Femminile contenuta nella Legge 215/92, che penalizza ed esclude tutte quelle imprenditrici che non hanno una quota maggioritaria al 60%. È stata presentata quindi una proposta di modifica alla legge nella quale abbiamo richiesto che venisse abbassata la soglia al 51%, sia per le società di persone, sia per le società di capitali, ma di considerare impresa femminile anche chi all’interno delle nostre imprese, nella gestione aziendale, ricoprono un ruolo apicale”. Conclude Vincenza Frasca: “Per ottenere questo importante risultato, è necessario formare una ‘consapevolezza sociale’ che consenta di avere una base di consenso senza il quale è difficile impostare qualunque riforma. È fondamentale che questo importante tema non diventi una ‘battaglia al femminile’ portata avanti da uno o più partiti, ma una vera e propria conquista sociale"

 “Si tratta di un momento storico importante per tutte le donne imprenditrici che in questo momento sapranno e vorranno cogliere l’occasione di cambiamento, un cambiamento che dovrà riguardare in primis anche la regolamentazione molto datata sia a livello nazionale ma anche europeo – commenta Anna Rita Bruschi - È un’occasione che non dobbiamo lasciarci sfuggire per rilanciare l’imprenditoria femminile all’insegna di quell’innovazione che la donna sa e può portare per sua predisposizione naturale”. 

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