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Economia

Crisi al "Bacio", trasformazione dei contratti: messa in gioco la tutela dei lavoratori

I sindacati tornano a palare della crisi della Nestlè, questa volta ad intervenire il comparto agroalimentare (Uila-Uil) e la Federazione agricola alimentare ambientale industria italiana (Fai-Cisl)

A seguito del comunicato stampa emanato congiuntamente dalle segreterie nazionali, giovedì 10 aprile, anche i responsabili territoriali umbri del comparto agroalimentare (Uila-Uil) e della Federazione agricola alimentare ambientale industria italiana (Fai-Cisl), rispettivamente Daniele Marcaccioli e Dario Bruschi, hanno voluto esprimersi in merito all’interruzione della trattativa per il rinnovo dell’accordo integrativo di gruppo dei lavoratori di Nestlè.

“Uno strenuo tentativo dell’azienda – si legge nelle nota nazionale dei tre sindacati – di strumentalizzare i temi della flessibilità e della stagionalità per giungere a una modifica degli attuali modelli organizzativi, attraverso la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo pieno e indeterminato in altri tipologie contrattuali che comporterebbero un deterioramento inaccettabile dei diritti e delle tutele dei lavoratori coinvolti”. “Le idee che sono scaturite dalla contrattazione a tutti i livelli – ha detto Marcaccioli, segretario territoriale di Perugia della Uila – hanno consentito sino ad oggi di traguardare obiettivi utili sia alla causa dei lavoratori che a quella dell’azienda. Non è possibile dividere le due cose, anche se spesso lo si fa. Oggi Nestlè ha l’obbligo di proporre soluzioni e non di imporle. Mi aspetto che l’azienda, dopo aver considerato il sito Perugina di San Sisto, strategico e all’avanguardia anche nel palcoscenico europeo torni ad essere propositiva e non solo difensiva o predisposta semplicemente a limitare i danni. Pensiamo che un confronto serio commisurato a un piano industriale reale sia il via libera a tornare a sedersi intorno a un tavolo a tutti i livelli”.

“Le soluzioni – ha continuato Braschi, segretario regionale di Fai Cisl Umbria – vanno discusse e condivise perché sta nella condivisione il valore aggiunto che potrebbe farci superare questo lungo periodo di crisi. La forzatura fatta dall’azienda sta portando nei siti, in primis allo stabilimento Perugina di San Sisto, a Perugia, fortissime preoccupazioni e gravi tensioni. È da un po’ di tempo che Nestlè ha cambiato atteggiamento in questa sede produttiva e attua una strategia difensiva per affrontare il complesso momento di mercato. Tuttavia la qualità e la quantità dei prodotti, unita alla capacità professionale e alla disponibilità dei dipendenti, fin qui dimostrata, hanno consentito all’azienda di reggere il confronto competitivo sul mercato a livello europeo”.

Da qui il lancio di una richiesta di collaborazione per la risoluzione della questione. “Per sottolineare l’unità del percorso intrapreso dopo l’ultimo incontro del 4 aprile a Milano da Fai, Flai e Uila, territoriali e nazionali – ha concluso Marcaccioli – sarebbe un valore aggiunto, in un periodo così delicato, avere ai tavoli di trattativa territoriali la presenza delle strutture nazionali di categoria. Sempre dopo che Nestlè abbia ritirato la pregiudiziale che vede il via libera alla contrattazione di gruppo solamente dopo che si sia trovata una soluzione alle problematiche del sito locale”.

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