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Crisi Mercatone Uno, a rischio 40 posti di lavoro: in cerca di una strategia per metterli in salvo

Massima attenzione da parte del segretario nazionale Dell’Orefice che attende l’11 maggio. Quando i sindacati incontreranno i commissari al ministero del Lavoro per sottoscrivere l’intesa di cassa integrazione straordinaria

Un consiglio regionale per tenere alta l’attenzione su una realtà commerciale unica a livello regionale. Di Mercatone Uno in Umbria ce ne è uno solo. E in forte crisi. A rischio chiusura. In Umbria potrebbero trovarsi disoccupati 40 lavoratori, oggi in contratto di solidarietà.

Per questo la Fisascat Cisl Umbria ha svolto il suo consiglio regionale all’interno del punto vendita di Magione, ieri mattina, alla presenta del segretario nazionale Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice e del segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra. Ai lavori è intervenuto anche il sindaco di Magione Giacomo Chiodini e l’assessore alle attività produttive Cristina Tufo. L’amministrazione comunale ha manifestato solidarietà ai lavoratori e forti preoccupazioni per questa realtà commerciale che sembrava “dovesse chiudere, anzi non riaprire definitivamente, già il 26 aprile. E invece – ha puntualizzato Chiodini - grazie al commissariamento è stato possibile acquisire tempo”. In un’ottica di valorizzazione dell’intera area, il sindaco ha ricordato l’impegno delle istituzioni, Regione e Comune, per dare massima priorità alla progettazione e al finanziamento dei lavori di riqualificazione dello svincolo all’uscita del raccordo di Magione, nonché il cablaggio in fibra ottica di quella zona.

“Un’area che non può e non deve essere privata di una realtà così importante”. Ha ribadito il segretario generale regionale Fisascat Cisl Umbria Valerio Natili, che nel ringraziare l’intervento del sindaco ha sottolineato il necessario coinvolgimento anche delle istituzioni “per riuscire a creare una possibile alternativa concreta, in altri termini un acquirente, per dare continuità lavorativa a questi lavoratori. Professionalità, queste, che sono una ricchezza per il territorio e non devono andare disperse in un mercato del lavoro sempre più disattento alle risorse umane”.

E sulla centralità della persona e sul merito si è soffermato anche l’intervento di Sbarra che ha enucleato “nella produzione e nel lavoro le priorità. Non è possibile che in un momento come questo –ha chiosato- non si pensi a difendere il lavoro esistente e a crearne di nuovo. Solo in questo modo è possibile produrre ricchezza che deve essere redistribuita per una questione di giustizia sociale, ma anche per rilanciare i consumi e l’economia più in generale”.

Massima attenzione da parte del segretario nazionale Dell’Orefice che attende l’11 maggio. Quando i sindacati incontreranno i commissari al ministero del Lavoro per sottoscrivere l’intesa di cassa integrazione straordinaria. “Quattromila risultano essere i dipendenti coinvolti in questa vertenza – ha spiegato il segretario- impegnati per M. Business, il braccio operativo commerciale del Gruppo: tremila e duecento addetti ai quali si vanno ad aggiungere il personale delle aziende più piccole. Trecentocinquanta associati in partecipazione sono i più esposti, in quanto non potranno contare sugli ammortizzatori sociali. Figure, anche queste, importanti che operano nel core business e quindi nel reparto del mobile”.

L’auspicio della Fisascat Cisl è che si proceda alla riattivazione delle linee di credito da parte della banche per sbloccare una situazione critica anche per i fornitori. E poi, rifornire i magazzini di quelle realtà che sono state interessate da operazioni promozionali, come quella di Magione. La Fisascat Cisl ha continuato, sostenendo a più riprese, che “una realtà commerciale svuotata fa pensare alla chiusura, essendo solo un costo in termini di spese fisse”. Quindi, la Fisascat Cisl chiede un piano che non preveda esclusivamente cessione di alcuni punti vendita, ma nel quale si definisca l’intero perimetro del Mercatone Uno. “Questo perché crediamo – è stato ribadito dalla categoria- che abbandonare i contesti territoriali sia un errore, in quanto impoverirebbe la ricca e complessa realtà di questo Gruppo. L’intera rete dei punti vendita potrebbe, infatti, contribuire al fine della cessione elemento di indubbio interesse. Ciò nella consapevolezza che Mercatone Uno è l’operatore più diffuso nel territorio nazionale”.  

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