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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Formazione e riqualificazione del personale, le aziende umbre non pensano di licenziare e si preparano a ripartire

A dirlo Nicola Angelini, presidente di Confimi Industria Umbria, e Giulia Rosi, direttore generale di Somministrazione lavoro srl

Il 5% degli imprenditori prevede una forte riduzione del personale nel 2021 e solo il 13% attende il superamento del blocco dei licenziamenti per ridurre il proprio organico, riduzione che nel 94% dei casi va da 1 a 5 dipendenti. Una impresa su tre ha in previsione nuove assunzioni.

E' la fotografia che emerge dal sondaggio promosso dall’agenzia di intermediazione e società di consulenza Somministrazione lavoro srl di Perugia e Confimi Industria Umbria, tra le aziende associate alla Confederazione dell’industria manifatturiera italiana dell’impresa privata del territorio regionale.

Le domande rivolte alle realtà imprenditoriali umbre vertono su due interrogativi: sollevare o assumere nuovo personale e di quali figure professionali necessitano. "Una volta raccolti questi dati – spiega Giulia Rosi, socio amministratore e direttore generale di Somministrazione lavoro srl – stileremo una statistica, che ci permetterà di avere una fotografia reale del panorama umbro".

"In Umbria i dati sui prossimi licenziamenti sono in linea con quelli della media nazionale – afferma Nicola Angelini, presidente di Confimi Industria Umbria – e non sono così allarmanti. Allo sblocco dei licenziamenti, secondo l’indagine congiunturale che Confimi Industria ha condotto intervistando i propri associati sull’andamento del secondo semestre 2020 e chiedendo loro una previsione per i primi sei mesi dell’anno, non ci sarà una corsa a licenziare, ma molte aziende prenderanno la strada della riqualificazione del proprio personale”. Il manifatturiero in controtendenza su lavoro e occupazione: solo il 5% degli imprenditori prevede una forte riduzione del personale nel 2021 e solo il 13% attende il superamento del blocco dei licenziamenti per ridurre il proprio organico, riduzione che nel 94% dei casi va da 1 a 5 dipendenti".

Una impresa su tre ha in previsione nuove assunzioni. "Le previsioni lasciano ben sperare sul lato occupazione – sottolinea il presidente Angelini –Iil 59% del campione dichiara di mantenere stabile il proprio organico e vi è un 32% di imprenditori che prevede nuove assunzioni. In particolare, molte imprese di piccole dimensioni del settore tessile, metalmeccanico e sanitario, stanno crescendo e si sono viste aumentare il proprio fatturato e quindi possono investire sul proprio personale e sulla formazione. Poi ci sono quelle aziende che si occupano di più settori, che hanno puntato su quello in salute, investendo e riqualificando il personale del settore in crisi. Quello che farà la differenza, infatti, sarà proprio la riqualificazione e la formazione che diventeranno sempre più strategiche".

"Il nostro obiettivo è di agevolare il dialogo tra lavoratori e aziende – conclude il direttore generale Giulia Rosi –, perché ci saranno lavoratori che perderanno il proprio posto di lavoro e che saranno di nuovo sul mercato e che magari potranno essere assunti dalle realtà che hanno bisogno di nuovo personale".

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