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La siccità in Umbria è drammatica: il 30% dei prodotti agricoli subirà conseguenze. Coldiretti: "Tutelare l'acqua come bene fondamentale"

La fotografia della siccità nella nostra regione e gli effetti su colture fondamentali come i cereali. Fondamentali le piogge previste per fine mese... in caso contrario saranno guai per le aziende già provate dal caro-carburanti

"Gravissima siccità con le precipitazioni che sono addirittura praticamente dimezzate": altra preoccupante rilevazione sugli effetti dei cambiamenti climatici in Umbria arriva da Coldiretti Umbria che ha calcolato il calo di 1/3 delle piogge rispetto alle medie del passato; un deficit che mette a rischio le due importanti semine primaverili: mais e girasole. A rischio produzione - in fatto di quantità - anche orzo e frumento in fase ora di accrescimento. Coldiretti ha spiegato che le annunciate piogge - da fine marzo ad inizio di aprile - saranno fondamentali per evitare il peggio e salvare soprattutto le semine primaverili. I terreni infatti dedicati ai cereali, secondo Coldiretti, più sabbiosi e leggeri, sono già in forte stress con danni che sono già evidenti e che si accerteranno alla raccolta. La siccità dunque è diventata la calamità più rilevante per l'agricoltura, interferendo con le quantità e la qualità dei raccolti. 

"Una situazione drammatica - ha commentato Albano Agabiti, Presidente di Coldiretti Umbria - che mette in ginocchio l'agricoltura, non solo dal punto di vista agricolo ed economico ma anche per la tenuta dell'intero ecosistema. Stiamo parlando di fenomeno che si protrae da quasi un anno, con un inverno che ha lasciato l'Italia con 1/3 in meno di pioggia. I cambiamenti climatici producono ricadute dirette sulle nostre imprese e sull'intero settore. Se pensiamo che il deficit idrico sta minacciando almeno il 30% della produzione agricola della nostra regione è preventivabile il grosso contraccolpo che subiranno le aziende sulla capacità di produzione reddituale considerando che tra l'altro questo è il periodo di semina di ortaggi, girasoli e mais ma anche di pascolo. Non possiamo continuamente affrontare questa problematica nell'ottica di emergenza. Serve programmazione e prevenzione. Abbiamo la necessità di tutelare l'acqua come bene fondamentale potenziando la rete di invasi sui territori e investendo anche su manutenzione, risparmio e recupero delle acque". 

Coldiretti ha proposto e continua a proporre interventi mirati come invasi diffusi, che trattengano l'acqua, per conservarla e distribuirla in modo razionale ai cittadini, all'industria e all'agricoltura. Opere a basso impatto ambientale, costruite senza l'uso di cemento, laghetti in equilibrio col territorio, privilegiando ovviamente il completamento e il recupero delle strutture già presenti.   

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