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La paura per il terremoto massacra il vino umbro. L'appello di slowfood: "Italiani bevete made in Umbria"

La cattiva e ingiusta informazione sui luoghi reali del sisma ha contribuito ad una fuga molto importante di turisti che continua ancora oggi

I danni indiretti del sisma del 24 agosto e del 30 ottobre scorso sono sempre più visibili per quella stragrande parte dell'Umbria che non ha subito danni (il 95 per cento del territorio). La cattiva e ingiusta informazione sui luoghi reali del sisma ha contribuito ad una fuga molto importante di turisti che continua ancora oggi. A risentirne non sono commercianti, ristoratori e albergatori ma anche le grandi eccellenze del made in Umbria come il vino. Senza turisti calano nettamente le vendite dirette e nei ristoranti e colano a picco soprattutto le piccole e medie produzioni che non possono contare su un export importante.

Il sito di Slowfood.it, nella sua sezione slowine, ha lanciato un appello ad acquistare vino umbro: "Se non volete o non potete visitare questi territori - Umbria, Marche e Abruzzo - cercate almeno di sostenere i contadini e i vignaioli di queste zone bevendo il loro vino nelle vostre città: non è difficile trovarlo, e uno sforzo in questo senso – per sostenere chi è in effettiva difficoltà – andrebbe sicuramente fatto. Se lo meritano". La stessa redazione di slowine "non sono state colpite zone particolarmente vocate alla viticoltura" eppure il calo delle presenze è del 70 per cento come verificato nel regno del Sagrantino, Montefalco.

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