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Economia

L'INTERVENTO Carla Spagnoli: "La Perugina e la “strategia” dei sindacati…altri esuberi in vista"

di di Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

Ritorniamo a parlare di Perugina. Sebbene il sindacato tenda sempre a minimizzare i problemi e a fare proclami trionfalistici su nuovi volumi produttivi e ore di lavoro, purtroppo a San Sisto si ritorna a parlare di ulteriori esuberi e di almeno 33 contratti di solidarietà. Adesso sono stati individuati dall’azienda 8 esuberi tra le posizioni impiegatizie: parliamo di 8 impiegati che, a seguito di riorganizzazioni, vedono cancellare o trasferire la propria posizione di lavoro, con lo stabilimento di San Sisto che si sta riducendo a semplice sito produttivo, rimesso alle commesse straniere (Kit Kat Bunny, tavolette per l’Avvento, eccetera).

Ad annunciare su La Nazione dell’8 settembre scorso gli esuberi è stato Daniele Marcaccioli, della Uila-Uil, che in teoria dovrebbe essere un rappresentante dei lavoratori ma, a leggere le dichiarazioni, sembra un perfetto manager Nestlè, volto più a fare da megafono alle intenzioni della multinazionale che a dire come
intendono, lui e i suoi compagni sindacalisti, battersi per la difesa dei posti di lavoro!! 

A precisa domanda «Non preoccupano certe manovre?», il sindacalista ha dichiarato che «l’azienda ha ribadito la volontà di riorganizzare al meglio il lavoro in tutti gli stabilimenti del gruppo, puntando ad una verticalizzazione delle funzioni» e che «l’azienda pensa anche ad altre soluzioni indolore»!!! Quindi per il signor Marcaccioli ci sono esuberi e contratti di solidarietà che possono essere “indolore”… Quello che trapela, ancora una volta, è la funzione assurda di un sindacato “portavoce” dell’azienda, teso ad evidenziare solo degli aspetti politici che danno un contributo all’immagine aziendale. Altra questione: perché il lavoro straordinario di domenica? Perché i sindacati non fanno il loro lavoro, chiedendo l’assunzione di nuove persone? 

In una logica di perequazione,perché devi ricorrere a operai che già lavorano 6 giorni la settimana invece che cogliere l’occasione, anche in un momento difficile come questo, e fare qualche nuova assunzione, per far sì che la fabbrica funzioni tutta la settimana? Dove sta l’etica sindacale? È meglio che lavorino sempre più pochi operai oppure che si lavori meno ma tutti? Non una sola parola da parte dei sindacati sulle strategie che Nestlè ha intenzione di portare avanti per il rilancio, eppure anche in questo caso la situazione sembra tutt’altro che florida. Si continua a celebrare le nuove commesse: per carità nulla contro i Kit Kat o altri prodotti, ben vengano nuove commesse e nuove produzioni all’interno di San Sisto, tuttavia i volumi produttivi dei Kit Kat e di altri prodotti dovrebbero affiancare i prodotti caratteristici del marchio, non sostituirli come è già avvenuto! Basti pensare a tutti i cioccolatini e caramelle che abbiamo perso in questi anni, dai Tre Re ai Dimmi di Sì e Gianduiotti fino alle mitiche caramelle “Cinzia” e “Rossana”, senza dimenticare i biscotti “Ore Liete”… 

Le commesse che arrivano non sono altro che “boccate d’ossigeno” per lo stabilimento, di certo non costituiscono il rilancio né del brand né della fabbrica! In questo modo rischiamo seriamente di dover parlare, tra qualche mese, di altre decine di esuberi in “Perugina”, di dover raccontare altre storie umane drammatiche… Ma i sindacalisti di casa nostra continuano a minimizzare i problemi e ad esaltare nuove commesse e nuovi ipotetici volumi produttivi!! Tanto ci sono sempre gli ammortizzatori sociali da chiedere, oggi per almeno 33 dipendenti, domani chissà… A pagare è sempre lo Stato in una politica sindacale che ha fatto della precarietà del lavoro e della disperazione dei lavoratori un bacino utile per voti elettorali e per tessere sindacali!!!
 

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