Indagine Agritrust, gli agriturismi dell'Umbria a pieno regime dopo la pandemia, ma con guadagni ridotti per la crisi energetica
Da un lato si registra il pieno ritorno dei flussi anche dall'estero nelle strutture ricettive agrituristiche anche in Umbria, ma preoccupa il minore incasso per l'aumento insostenibile dei costi energetici
Alla fine ufficiale dell'estate da calendario, gli oltre 24.000 agriturismi italiani tirano le somme della stagione appena conclusa, che ha visto un massiccio flusso dal Nord Europa, dal ritorno degli americani e dalla crescita della presenza di turisti dall’Est. A frenare gli entusiasmi però c'è l’aumento esponenziale dei costi: le bollette triplicate in un anno, i costi di Gpl per le cucine, carta e vetro più che raddoppiati, cresciuti dal 200 al 300% i costi delle altre materie prime.
Sono i dati messi in luce dall’indagine Agriturist Umbria (Confagricoltura), che evidenzia come i flussi turistici in Umbria nei circa 1.200 agriturismi siano iniziati molto bene, con ospiti italiani già da maggio e giugno: un segnale di netta ripartenza. Pienamente recuperati i numeri pre-pandemia, con l’aumento della durata del soggiorno per i nostri connazionali, provenienti da tutte le regioni, spinti dalla voglia di vivere una vacanza all'insegna dell'esperienza e del pieno contatto con la natura. Tra gli stranieri, al top Germania e Olanda, ritornati gli americani. Le strutture hanno mantenuto i prezzi e sono state piene fino ai primi dieci giorni di settembre, poi presenze nei fine settimana o durante eventi territoriali.
Maggior lavoro, incasso minore
Sottolineano da Agriturist Umbria: “Nonostante le numerose presenze, in particolare degli stranieri, che hanno fatto raggiungere punte del tutto esaurito soprattutto per le strutture con ristorante e piscina, e quindi nonostante il maggior lavoro ed incasso, il guadagno è stato minore. Gli agriturismi, per essere tali, hanno alle spalle delle aziende agricole con l’ospitalità che è attività accessoria alle imprese, doppiamente penalizzate dall’impennata dei costi”.
Come tutte le attività imprenditoriali, quella dell’ospitalità nelle aziende agricole si confronta costantemente con il mercato e subisce le ripercussioni dell’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, della guerra in Ucraina, ma anche della grave, prolungata carenza idrica. Nonostante questo, molti agricoltori hanno deciso di non aumentare i prezzi o di ritoccarli solo lievemente. Una scelta che, a parere di Agriturist, ha decisamente premiato l’ospitalità nelle aziende agricole e la riscoperta della parte agricola del turismo.