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Allarmante dossier post-terremoto sulle scuole umbre anche fuori dal cratere: "Molte sono vulnerabili

C'è grande preoccupazione per la sicurezza di molti plessi scolastici della provincia di Perugia e di Terni. E non necessariamente all'interno del cosidetto "cratere" del sisma del Centro Italia che ha colpito prevalentemente la Valnerina e lo spoletino nella nostra regione. Il campanello d'allarme è stata suonato dai rappresentanti degli insegnanti e del personale amministrativo che sono stati ascoltati al Ministero dell'Istruzione per fare il punto sullo svolgimento delle lezioni nelle zone terremotate e non solo.

"Le verifiche in corso degli indici di vulnerabilità sismica documentati a cura degli Enti proprietari delle scuole pubbliche del territorio regionale restituiscono un quadro assolutamente inadeguato e preoccupante - hanno scritto i sindacati Cgil, Cisl e Uil - accanto alla drammatica situazione delle scuole dell’area di Norcia, al di fuori dal cratere sismico individuato, sono presenti scuole totalmente inagibili, da demolire e ricostruire totalmente". 

Il sisma ha provocato una dispersione degli studenti delle zone più colpite su tutto il territorio regionale, consegnando difficoltà e soprattutto disagio, anche ad istituzioni scolastiche della provincia di Perugia e di Terni ubicate fuori dal cratere sismico. Nel documento presentato al Miur si è chiesto anche, data la fase di emergenza sismica ancora in corso, "la validazione dell’anno scolastico anche se si scendesse sotto i 200 giorni di lezione previsti dalla legge, e del superamento del periodo di prova per i neoassunti anche in mancanza dei 120 giorni di lezione previsti dalla legge; lo slittamento del termine previsto per le iscrizioni degli studenti. E la rinconferma di tutto il personale". 

I rappresentanti del Miur hanno riferito che alcune questioni verranno portate già al prossimo Consiglio dei Ministri e sulle altre hanno manifestato la necessità di una attività di studio, in ragione della loro complessità tecnica, fermo restando la disponibilità a proseguire il confronto con le organizzazioni sindacali.

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