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La pandemia frena la nascita di nuove imprese: bene le società di capitali, a picco le ditte individuali

Dal 1 gennaio al 31 marzo del 2021 in Umbria sono nate 1.312 imprese, 1.481 hanno cessato l’attività

L'emergenza sanitaria da Covid-19 frena la natalità delle imprese con un saldo negativo, nel primo trimestre 2021 di 169 unità. Dal 1 gennaio al 31 marzo di quest'anno, in Umbria, sono nate 1.312 imprese, ma sono 1.481 quelle hanno cessato l’attività. Il totale regionale al 31 marzo è di 94.036 aziende attive, con un tasso di crescita negativo dello 0,18%, con il tessuto imprenditoriale umbro in decrescita per un esiguo -0,18%.

I dati sono contenuti nel rapporto del primo trimestre del 2021 della Camera di Commercio dell'Umbria partendo dalla base di 94.036 imprese, 72.119 in provincia di Perugia, 21.917 in quella di Terni, che rispetto a un anno fa registra una crescita di 393 imprese. Anche se le incertezze dello scenario economico, tra attese sull’evoluzione della pandemia e prospettive di rilancio legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, influiscono sulla creazione di nuove imprese, ma anche sulle cancellazioni, in rallentamento.

I dati confermano la forte relazione tra clima di fiducia e natalità delle imprese e rendono evidente il significativo scoraggiamento nell’avviare nuove attività, che ha caratterizzato molta parte di questo periodo.

Le imprese che hanno meglio assorbito gli effetti, anche psicologici, dell’emergenza, come forma giuridica sono le società di capitali, che nel primo trimestre 2021 in Umbria hanno avuto un saldo positivo, tra nate e morte, di 157 unità, con il record storico delle 24.444 imprese registrate in Umbria. Negative le altre tipologie: le società di persone con saldo negativo di – 80, ferme a 18.868 nel comparto; le ditte individuali - 243 unità, anche se restano la tipologia di impresa più diffusa in Umbria; stabili le altre forme di impresa.

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