rotate-mobile
Economia

Il turismo è l'oro degli umbri. Lo studio: 10milioni di visite ecco quanto lavoro porteranno. Le mete preferite. La caccia ai turisti ricchi

L'analisi dei dati porta la firma di Giuseppe Coco che ha redatto un dossier su turismo e potenzialità per l'Agenzia Umbria Ricerche. 

Che la regione abbia un notevole potenziale ricettivo, non è una novità. I dati più recenti sul turismo ci hanno mostrato un aumento significativo dei pernottamenti in Umbria proprio nell’ultimo anno, pesantemente segnato dalla pandemia. L’obiettivo da raggiungere è le 10 milioni di presenze, un elemento per niente secondario ai fini della presente riflessione: basti pensare che le quasi 6,2 milioni di presenze del 2019 hanno prodotto un’occupazione media annua delle camere nelle strutture ricettive di appena il 39,9%. E’ quanto emerge dal report dell’Istituto nazionale ricerche turistiche (Isnart). L'analisi dei dati porta la firma di Giuseppe Coco che ha redatto un dossier su turismo e potenzialità per l'Agenzia Umbria Ricerche. 

L’Umbria è una tra le mete preferite dai turisti e dall’analisi dei dati mensili emerge una tendenza positiva verso un recupero via via crescente anche sui dati 2019, soprattutto con la ripresa dei flussi dei turisti stranieri, che fanno ben sperare per il futuro del turismo. Ma quale sarebbe il potenziale impatto economico di 10 milioni di presenze? Innanzitutto sull’occupazione: si parla di 9-10 mila persone occupate nel settore a fronte di una spesa media per i pernottamenti compresa tra i 730 e gli 830 milioni di €. Senza considerare che i flussi turistici quando crescono in modo costante nel tempo fanno aumentare: la domanda dei beni prodotti nel territorio ospitante dovuta ad un incremento dei consumi da parte dei turisti; i redditi dei residenti.

A sua volta, l’apparato produttivo collegato al turismo va incontro ad uno sviluppo consistente per cui si ha un incremento degli investimenti nel settore che porta al potenziamento delle imprese esistenti e alla nascita di nuove imprese. Inoltre, molte attività svolte a carattere occasionale smettono di essere tali per diventare attività stabili. Se fino a pochi anni fa l’Umbria poteva contare su un turismo tradizionale, oggi il ventaglio dell’offerta si è ampliato e diversificato; al richiamo religioso, storico-artistico in fase di piena espansione, si è affiancato quello culturale, congressuale, ambientale, sportivo e agrituristico.

"Ci sono flussi turistici e flussi turistici. Di mezzo c’è la questione della composizione della domanda, che non agisce in modo neutro sul settore" ha spiegato Giuseppe Coco " La spesa media dei turisti che normalmente scelgono l’Umbria non è molto alta. Allora, potrebbe valer la pena provare a conquistare anche altri target, come i turisti giapponesi, ad esempio, notoriamente alto-spendenti. Come riuscirci? Iniziando a pensare a una campagna pubblicitaria mirata al mondo nipponico, ad esempio, ma anche pensare ad accordi con tour operator di primo piano che agiscono a quelle latitudini". Altro elemento da attuare è la costruzione di reti. "Pensare a una qualche forma di accordo stabile tra gli organizzatori dei grandi eventi umbri e il settore ricettivo per far sì – ad esempio – che i turisti che pernottano almeno quattro notti vengano omaggiati di biglietti gratuiti per i grandi eventi: una bella freccia da montare all’arco della comunicazione che mira a potenziare l’immagine della regione".

I DATI PRIMAVERA-ESTATE 2021 - Nel periodo da gennaio ad agosto 2021 si sono registrati complessivamente: 1.008.977 arrivi e 2.973.559 presenze con una variazione percentuale del +20.8% negli arrivi e +28.6% nelle presenze rispetto allo stesso periodo 2020 e del -40.9% negli arrivi e -32.9% nelle presenze rispetto al 2019.

Le destinazioni maggiormente attrattive per i turisti italiani sono: Assisi, Perugia, Orvieto, Foligno, Spoleto, Terni, Gubbio, Cascia, Castiglione del Lago e Città di Castello. I turisti italiani arrivano principalmente da Roma, Milano, Napoli, Torino e Bari. I turisti europei invece preferiscono la zona del Lago Trasimeno: Castiglione del Lago (al 3° posto), Passignano sul Trasimeno (5°), Magione (6°) e Tuoro sul Trasimeno (9°). Nei mesi estivi da giugno ad agosto si sono registrati: 829.198 arrivi e 2.491.666 presenze con una variazione percentuale rispetto ai flussi dello stesso periodo 2020 del +33.9% negli arrivi e +37.9% nelle presenze, determinata dall’aumento dei turisti Italiani (+23.8% arrivi e +21.6% presenze) e dal ritorno degli stranieri (+131.7% arrivi e +128.7% presenze). 

Rispetto al 2019, il calo dei flussi scende nel complesso al -3.7% negli arrivi e -4.0% nelle presenze: si registra un sostenuto incremento i turisti italiani (+20.5% arrivi e +24.8% presenze), che non è stato del tutto sufficiente a coprire il calo dei turisti stranieri (-52.8% arrivi e - 42.9 presenze), che si sta peraltro recuperando mese per mese.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il turismo è l'oro degli umbri. Lo studio: 10milioni di visite ecco quanto lavoro porteranno. Le mete preferite. La caccia ai turisti ricchi

PerugiaToday è in caricamento